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sabato, Aprile 27, 2024
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Corruzione e appalti truccati nelle forze armate, blitz anche a Napoli

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Ipotizzato un giro di tangenti in relazione ad appalti per infrastrutture della forza armata del valore complessivo di circa 3 milioni di euro. Stamattina i militari del Comando Compagnia Carabinieri – Polizia Militare A.M. – di Roma Ciampino stanno dando esecuzione nelle province di Roma, Napoli, Caserta, Latina, Viterbo, Grosseto, Chieti e Ravenna, ad un’ordinanza applicativa di custodia cautelare nei confronti di 14 soggetti, 10 ordinanze di applicazione dell’obbligo di dimora e la notifica di ulteriori 15 avvisi di conclusione delle indagini preliminari ad altrettanti indagati, emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri, su richiesta di quella Procura della Repubblica.

LE ACCUSE

Con questo provvedimento sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza a carico dei soggetti in intestazione, indagati a vario titolo per le ipotesi delittuose di “turbata libertà degli incanti”,  nelle pubbliche forniture, corruzione per l’esercizio della funzione e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici  condotte commesse in Roma, Ciampino, Pratica di Mare, Vigna di Valle, Furbara, Montecastrilli, Borgo Piave , Grazzanise e Somma Vesuviana nel periodo intercorso tra il mese di maggio 2017 ed il mese di gennaio 2021.

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L’esecuzione dell’ordinanza costituisce l’epilogo di una complessa attività investigativa che trae origine da una delega della Procura di Velletri, tesa a verificare la condotta illecita di due militari, entrambi effettivi all’epoca dei fatti al 2° Reparto Genio A.M. di Ciampino (RM) e proprietari di una società edile privata, con quote di capitale pari all’85% e al 15%, con sede nel comune di Ciampino  e attiva nel campo immobiliare (compravendita, permuta, ristrutturazione, costruzione, locazione, affitto, manutenzione di immobili).

I predetti con incarichi di responsabilità nella gestione degli appalti per opere infrastrutturali della Forza Armata operavano, talvolta, anche quali delegati ad assumere l’incarico di direttore dei lavori e/o responsabile di cantiere. Gli accertamenti finanziari svolti sul conto degli stessi permettevano di stabilire come, tra uno dei
due militari ed alcuni titolari di ditte edili legate da vincoli contrattuali con la forza armata,
emergessero singolarità riguardo diversi movimenti di denaro meritevoli di ulteriori
approfondimenti.

INDAGINE SUGLI APPALTI

L’attività investigativa conseguente induceva gli investigatori a monitorare altresì complessivi 49 appalti pertinenti a lavori in basi militari dell’Aeronautica, dislocate nelle regioni Lazio e Campania, evidenziando diversificate condotte illecite che coinvolgevano, a vario titolo, anche altri militari e responsabili di altrettante ditte private cointeressate economicamente ai citati contratti.

In particolare con un sistema viziato dall’irregolarità nell’assegnazione di appalti per la realizzazione di opere infrastrutturali di immobili militari, le ditte venivano agevolate garantendosi l’assegnazione diretta dei contratti pubblici.

IL RUOLO DEI DUE MILITARI

I due militari titolari della ditta privata ricevevano in cambio prestazioni d’opera e materiali per propri fini e gli altri appartenenti alla Forza Armata coinvolti consapevolmente consentivano tali condotte, venendo meno ai doverosi obblighi di vigilanza e controllo.

Il volume d’affari degli appalti ammonta complessivamente a circa 3 milioni di euro. L’Aeronautica Militare al tempo, dopo le prime evidenze investigative e l’esecuzione dei primi atti, attraverso il Ca. S.M.A. protempore, avviava una propria inchiesta amministrativa interna nel periodo monitorato – dal maggio 2017 a gennaio 2021 – confluita nell’odierna documentazione probatoria, che confermava le irregolarità emerse in ordine alle citate procedure di assegnazione degli appalti.

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