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venerdì, Maggio 3, 2024
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Da Fagioli a Tonali e Zaniolo, l’inchiesta sulle scommesse destinata ad allargarsi: “Coinvolti altri calciatori, sequestrati i cellulari”

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Ci sarebbero già dei risvolti importanti circa il caso scommesse che, da qualche giorno ormai, sta attanagliando il calcio italiano. Stando a quanto rivelato da Repubblica, oltre a Nicolò Fagioli, Nicolò Zaniolo e Sandro Tonali, si parla almeno di un’altra decina di calciatori coinvolti in questo giro, su cui la polizia sta indagando già da qualche settimana. Giro che, quindi, pare proprio destinato ad allargarsi.

Caso scommesse: com’è iniziato il tutto e il coinvolgimento di Fabrizio Corona

La vicenda sopracitata ha avuto inizio grazie alle indiscrezioni lanciate da Fabrizio Corona. L’ex re dei paparazzi, probabilmente informato da fonti vicine ai due club calcistici milanesi se non da probabili “talpe” all’interno della Federcalcio, aveva fatto qualche settimana fa il nome del centrocampista juventino Nicolò Fagioli, su cui le forze dell’ordine erano arrivate già in estate e quasi per caso: indagando su un’agenzia Eurobet di Torino che teneva una “contabilità” parallela per le giocate sui server illegali, è spuntato il nome di Fagioli. Il quale, successivamente, si autodenuncia, consegna il proprio cellulare e ammette le giocate, anche di centinaia di migliaia di euro, negli ultimi 18 mesi. Nulla però che possa far pensare ad alterazione di risultati di partite, ma semplici giocate di schedine come tutti i comuni scommettitori.

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Ma è “grazie” a Fagioli che si arriva a toccare il tasto dolente, il momento in cui iniziano i problemi anche per gli altri colleghi: agli atti ci sono delle chat con una serie di compagni in cui si parla esplicitamente di scommesse. Sono una decina: c’è un compagno della Juve di seconda fascia di cui non è spuntato ancora il nome. Ed è qui che Corona tira fuori gli altri due nomi, e cioè Zaniolo e Tonali. Non ci sono ancora le prove sulla colpevolezza dei due, e non è ancora noto se anche loro abbiano in qualche modo scommesso o se si tratta di semplici testimoni, ma i messaggi sembrano parlare chiaro: Tonali avrebbe giocato su worldgame365.me e Zaniolo su Evoz9.fx-gaming.net, entrambe illegali. La Polizia comincia gli accertamenti, attende gli esiti per capire le eventuali modalità e i flussi delle giocate. Chiede l’elenco degli scommettitori, per capire se ci sono altri sportivi.

Insomma, le indiscrezioni di Corona hanno spinto per questo la Polizia ad accelerare il protocollo e correre verso Coverciano per sequestrare i telefoni ai due giocatori: data la fuga di notizie, temevano potessero cancellare qualcosa.

Un elenco di nomi destinato ad allargarsi

Come riportato anche da La Gazzetta dello Sport, l’inchiesta in cui sono finiti i tre sopracitati azzurri sembra doversi allargare ancora di più. Riguarda in particolare la criminalità organizzata che potrebbe celarsi dietro alle puntate clandestine. L’indagine penale è in piena attività: la squadra mobile di Torino già da alcuni mesi ha cominciato a raccogliere materiale su un giro di scommesse illecite.

Si parla di siti clandestini senza licenza ai quali sarebbe possibile accedere solo con un invito. Puntate da migliaia di euro dietro alle quali potrebbe nascondersi la malavita. La titolare dell’inchiesta è Manuela Pedrotta, sostituto procuratore del Gruppo 7, Terrorismo ed eversione dell’ordine pubblico.

I rischi per i calciatori coinvolti: cosa dice la legge 401 del 1989

Ma cosa rischierebbero i calciatori coinvolti nella vicenda? Nella giornata di giovedì, come detto, anche Zaniolo e Tonali sono stati iscritti nel registro degli indagati, come Fagioli. Il reato contestato fa riferimento alla legge 401 in vigore dal 13 dicembre 1989.

Legge che recita: “Interventi nel settore del giuoco e delle scommesse clandestini e tutela della correttezza nello svolgimento di manifestazioni sportive”, dove si legge che “chiunque esercita abusivamente l’organizzazione del giuoco del lotto o di scommesse o di concorsi pronostici che la legge riserva allo Stato o ad altro ente concessionario, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni”, e anche che “chiunque partecipa a concorsi, giuochi, scommesse gestiti con le modalità di cui al comma 1, fuori dei casi di concorso in uno dei reati previsti dal medesimo, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda da lire centomila a lire un milione”.

È questo il caso degli sportivi coinvolti, che penalmente rischiano meno rispetto al versante sportivo. Va sottolineato che il gioco d’azzardo in Italia non è reato e scommettere non è vietato a prescindere nemmeno per un calciatore, a patto che si punti su canali leciti e non sullo sport che si pratica, in questo caso il calcio.

 

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