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venerdì, Marzo 29, 2024
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Denise Pipitone, la nuova pista porta in Ecuador: somiglianza impressionante

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Nuova svolta nelle indagini riaperte sulla scomparsa di Denise Pipitone, avvenuta a Mazara del Vallo nel 2004. Iscritti nel registro degli indagati  Anna Corona e Giuseppe Della Chiave.

Chi sono i due indagati sul rapimento di Denise

Anna Corona è l’ex moglie di Pietro Pulizzi, attuale marito di Piera Maggio e padre naturale di Denise Pipitone. E è anche la madre di Jessica Pulizzi, sorellastra della bimba, processata e assolta in via definitiva dall’accusa di sequestro di persona.
Anche Anna Corona era stata inizialmente indagata, ma la sua posizione era stata poi archiviata.
Giuseppe Della Chiave è il nipote, invece, di Battista Della Chiave, il testimone sordomuto, oggi deceduto, che aveva rivelato di aver visto la piccola Denise in un capannone di Mazara del Vallo in braccio al giovane intento a fare una telefonata.

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Il racconto del testimone sordomuto

Secondo il racconto di Battista Della Chiave, la bimba dopo essere stata rapita sarebbe stata portata con un motorino verso un molo, avvolta in una coperta, prima di essere caricata su una barca.
I suoi familiari avevano contestato la testimonianza di Della Chiave sostenendo che l’uomo non conoscesse il linguaggio dei segni.
Davanti ai magistrati, con l’ausilio di un consulente, il testimone si era avvalso della facoltà di non rispondere.
Nei giorni scorsi l’avvocato della famiglia Maggio, Giacomo Frazzitta, ha ricevuto una lettera anonima, consegnata alla Procura di Marsala, nella quale un testimone oculare riferirebbe di avere visto Denise in auto con altre persone, poco dopo il rapimento, mentre piangeva e chiedeva aiuto.

Rapimento di Denise Pipitone: ipotesi di vendetta

Sull’ipotesi di una vendetta nata in ambito familiare come movente della sparizione si indaga dal primo momento. E si sono fatti dei processi. Quello con Anna Corona concluso con una archiviazione. Quello contro sua figlia Jessica, altra principale sospettata del ratto e della scomparsa, proseguito fino in Cassazione, sempre assolta. Per questo Jessica non può essere sottoposta a nuove indagini. A differenza della madre.
La Procura ha intenzione di far esaminare approfonditamente le intercettazioni ambientali. Nella fattispecie sono due gli audio su cui si vuole fare totale chiarezza: uno all’interno del commissariato di Mazara del Vallo, il secondo è quello captato da una “cimice” che fu posta sul motociclo di Jessica Pulizzi. Chi indaga vuole analizzare tale materiale attraverso le nuove tecnologie per poi procedere con l’incrocio degli esiti con gli altri atti delle indagini.

Si apre una nuova pista in Ecuador per Denise Pipitone

L’ultima speranza nel caso della scomparsa di Denise Pipitone arriva dall’Ecuador. Dopo il teatrino messo su da una trasmissione televisiva russa per gli indizi che portavano a Olesya Rostova, pista poi esclusa dai test su sangue e Dna, e lo “storico” avvistamento in Spagna ora arriva una nuova segnalazione questa volta dal Paese sudamericano.
Il caso di Denise Pipitone è ormai oggetto di continue ricerche anche da parte degli utenti dei social. Così su Facebook e Tik Tok molti utenti hanno iniziato a condividere le foto di una ragazza che vive in Ecuador che somiglierebbe a Piera Maggio, la madre della piccola.Gli utenti hanno mandato le foto anche alla mamma della piccola e all’avvocato Frazzitta.
Segnalazioni di questo tipo sono state numerosissime negli ultimi anni, con picchi di presunti avvistamenti nel momenti in cui, per vari motivi, la vicenda ha avuto più spazio su tv, giornali e media.

Chiesta una Commissione d’inchiesta parlamentare

Intanto in Parlamento c’è chi vuole una Commissione d’inchiesta parlamentare per fare luce sul caso. La raccolta firme è partita ieri su iniziativa della deputata Pd Alessia Morani che, si legge nel testo della proposta, vuole rimettere ordine nel materiale raccolto sulla sparizione. “La storia di Denise Pipitone, una bambina di allora soli quattro anni, è ormai quasi simbolica, e non può più essere lasciata in balia di sensazionalismi, false piste, connivenze e opacità“, scrivono i deputati dem Morani e Miceli. Che vogliono la commissione per “verificare ed esaminare il materiale raccolto dalle testate giornalistiche e dalle inchieste sulla sparizione; esaminare la compiutezza e l’efficacia dell’attività investigativa, anche valutando se vi siano state eventuali inadempienze o ritardi nella direzione e nello svolgimento di esse“.

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