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martedì, Aprile 23, 2024
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Dopo Di Lauro c’è lui, caccia all’ultimo latitante dell’area nord

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La cattura di Marco Di Lauro non cambia i piani dei segugi della squadra Catturandi. È caccia aperta infatti all’ultimo latitante degli Amato-Pagano, cosca che è di nuovo in auge. Il gruppo (indebolitosi negli scorsi anni dopo la cattura e la misura del 41bis per la stessa Rosaria Pagano) avrebbe recuperato il suo reggente , a capo proprio della fazione melitese che si è scontrata contro i fedelissimi di Riccio. Sotto di lui quattro profili che, stando agli investigatori, «costituiscono la spina dorsale del clan, tutti profili criminali di altissimo livello che seguono le direttive delle alte sfere che ancora riconoscono come capo indiscusso zia Rosaria Pagano». Un personaggio cui i vertici del gruppo avrebbero delegato la gestione delle casse del clan.

Eppure all’appello, tra i profili più attenzionati, dal punto di vista criminale, manca un giovane ras: si tratta di Raffaele Mauriello, figlio di Ciro, nonchè ex guardaspalle di D.A., il figlio minorenne di Rosaria Pagano. Già destinatario della misura cautelare in carcere, risulta infatti indagato per aver preso parte all’omicidio di Andrea Castello, braccio destro del boss Mariano Riccio, e al ferimento di Castrese Ruggiero. Secondo la Procura antimafia, il ras avrebbe fatto parte del gruppo di fuoco organizzato da Francesco Paolo Russo ed entrato in azione il 14 marzo del 2014. Il commando, procuratosi le armi e una Fiat 500 nera, si sarebbe posizionato nei pressi delle palazzine di via Cicerone a Melito, storico bunker del clan Amato-Pagano, in attesa degli emissari di Alfonso Riccio. Questi ultimi, giunti a bordo di una Fiat Panda poi ritrovata carbonizzata a Orta di Atella, sarebbero stati raggiunti da un’implacabile pioggia di piombo. Nel dettaglio, sarebbero stati proprio Raffaele Mauriello e Dario Amirante a esplodere «diversi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di Andrea Castello e Castrese Ruggiero, rimasti all’interno dell’auto». Il nome di Raffaele Mauriello, ferma restando la presunzione di innocenza fino a prova contraria, non è però nuovo alle cronache di camorra. Il 20 giugno 2016 Lello ’o chiatt si rese infatti protagonista di uno spettacolare incidente mentre trasportava in ospedale 15enne rampollo degli Amato-Pagano rimasto ferito nell’agguato messo a segno pochi minuti prima al Parco Padre Pio di Melito. A perdere la vita furono invece Alessandro Laperuta, 32 anni, e Mohamed Nuvo, 30 anni, uccisi nell’ambito dei contrasti per il controllo dello spaccio.

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