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giovedì, Aprile 25, 2024
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Dopo una rapina l’ordine di uccidere il ras:«Fu la goccia che fece traboccare il vaso»

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I segreti del clan Mazzarella svelati in alcune lettere. E’ questo uno dei retroscena più interessanti emersi dalla lettura dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita qualche giorno fa nei confronti di Michele Mazzarella, Gennaro Mazzarella e Salvatore Barile in relazione all’omicidio di Salvatore Lausi. L’omicidio, come hanno ricostruito gli investigatori attraverso attività di intercettazione e riscontri a dichiarazioni di collaboratori di giustizia, fu una epurazione interna al clan, originata dal fatto che la vittima, incaricata della riscossione delle estorsioni nei quartieri Forcella, Maddalena e Sanità era ritenuta responsabile dell’ammanco di 100 milioni di lire dalla cassa dell’associazione. Lausi inoltre era sospettato di aver stretto rapporti con Giuseppe Misso cosa che venne interpretata come volontà di affiliarsi a quest’ultimo, dissociandosi dai Mazzarella.

Le dichiarazioni dell’ex ras di Forcella Gennaro Lauro e le lettere di Michele Mazzarella

Fondamentali per la ricostruzione del delitto di via Vergini le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gennaro Lauro ‘o diciassette, che iniziò il suo percorso di collaborazione con la giustizia all’indomani dell’omicidio del reggente di Forcella Eduardo Bove. Lauro in particolare ha svelato ai magistrati una importante chiave di lettura delle lettere di Michele Mazzarella, missive inviate dal carcere di Secondigliano ai suoi affiliati. Le lettere, oltre ad evidenziare in modo chiaro il ruolo di leader del sodalizio da parte di Mazzarella junior, sebbene detenuto, sono assai rilevanti per l’accertamento del contesto in cui maturò la decisione di eliminare Lausi e, in particolare, del movente dell’omicidio. In quei fogli Mazzarella indicava chiaramente di sostituire Lausi con Salvatore Moccardi impartendo ordini ai suoi, tra cui Salvatore Barile, affinchè procedessero al demansionamento del ras. Sei li missive elencate da Lauro e indirizzate tra l’altro a Fug, a Gennaro, a Pisello e a Sasà, nonché una senza alcun riferimento. In queste lettere emergerebbe la caratura criminale di Michele Mazzarella e il suo ruolo all’interno dell’organizzazione. Come dichiarato da Lauro spiegando il contenuto della prima lettera:«Da quello che ho compreso leggendo tutta le lettera mi sembra che il fuggitivo cui questa lettera è indirizzata dovrebbe identificarsi in Ciruzzo poco poco (Monacella Ciro). Il riferimento a quello che vola è per D’Alpino Giovanni detto palumbo. Questa lettera si riferisce ad un periodo, nel 2001, in cui reggevano il gruppo Pisello, Ciruzzo poco poco e Barile Salvatore. Il riferimento al sottobanco che starebbe facendo si riferisce alla vendita non autorizzata di cocaina. Secondo Michele Mazzarella, che scrive la lettera, questo sottobanco il D’Alpino lo farebbe per conto di Ciro o Barone (Ciro Giuliano). Il riferimento a Guglielmo è al figlio di Ciro Giuliano, o barone.
L’idea che si esprime in questa lettera è che c’erano delle riunioni non autorizzate e non
gradite e già all’epoca si pensava di dare una lezione al D’Alpino (quello che vola).
Il riferimento a Gennaro dovrebbe essere a Gennaro Moccardi persona già vicina ai
Giuliano molti anni fa».

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L’omicidio di via Vergini alla Sanità

Lauro ha poi parlato in particolare dell’omicidio di Salvatore Lausi detto pirulino:«Dopo esser uscito dal carcere ed avere fatto ingresso nel gruppo Mazzarella, io ho conosciuto questo giovane che era dedito in particolare per conto di Michele Mazzarella, già detenuto, ed Eduardo Bove, a riscuotere i soldi dalle piazze di droga sul territorio di Forcella, San Gaetano, Maddalena. Salvatore Pirulino faceva la cresta sui soldi ritirati dalle piazze di droga e quindi in più occasioni il gruppo Mazzarella constatò che c’erano ammanchi attribuibili a questa persona che peraltro aveva anche un atteggiamento arrogante nei confronti di persone che peraltro potevano vantare rapporti di amicizia con lo stesso Michele Mazzarella. E’ quanto accadde, ad esempio, allorché Salvatore Pirulino si impossessò di un orologio Sub Mariner prendendolo con la forza a Sasà Muccardi figlio di Gennaro Muccardi, famiglia che era in rapporti di amicizia con Michele Mazzarella. Quell’episodio, dopo tutti gli altri addebitabili al giovane, fu la goccia che fece traboccare il vaso e così il gruppo Mazzarella deliberò la sua morte. Conosco l’episodio per aver appreso alarne circostanze da Eduardo Bove il quale ultimo mi disse quale era stata appunto la ragione che aveva condotto alla eliminazione di Salvatore Pirulino ed aggiunse che l’ordine era partito da Michele Mazzarella».

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