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venerdì, Aprile 19, 2024
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Droga in carcere:«Non far spacciare mio figlio». L’accordo tra l’agente e il ras di Forcella

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C’era un accordo segreto tra un assistente della polizia penitenziaria impiegato nel carcere di Secondigliano e il baby ras della paranza dei bambini di Forcella Antonio Napoletano alias ‘Nannone’. C’è questo e molto altro nelle circa 150 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita qualche mese fa nei confronti di oltre 34 indagati per aver impiantato una vera e propria piazza di spaccio nel Reparto ligure. Di questo accordo ha parlato a lungo il collaboratore di giustizia Ciro Niglio che ha spiegato che “La droga veniva procurata a San Gaetano e suddivisa in dosi dal fratello di Antonio Napolitano, Daniele, il quale infilava i vari pezzi di hashish in più preservativi che poi venivano chiusi e messi all’interno di palloncini di plastica gonfiabili, i quali poi ben chiusi venivano inseriti all’interno delle bottiglie di bagnoschiuma Vidal. Una volta confezionate le bottiglie di bagnoschiuma con la droga, venivano direttamente consegnate da Daniele all’appuntato Luigi il quale ce le faceva poi recapitare in carcere sempre al turno di mezzanotte nascondendole all’interno delle maniche del giubbotto di ordinanza”.

La ‘richiesta’ al Ninnone

Secondo Niglio l’agente aveva chiesto a Napolitano di intercedere con uomini di San Gaetano affinché convincessero il figlio a non vendere più la droga nel rione. Napolitano si impegnò a mandare il messaggio all’esterno e, su suo suggerimento gli chiese di portare una stecca di fumo. Nella stessa giornata l’appuntato, all’inizio del turno a mezzanotte, portò la stecca richiesta. Da quel momento lui e Ninnone utilizzarono l’appuntato per far entrare oggetti in carcere che ci venivano consegnati sempre nel turno di mezzanotte. L’appuntato nascondeva gli oggetti all’interno del giubbino della sua divisa. Per questa attività non gli davano nulla perché l’appuntato era riconoscente per avere fatto in modo che il figlio non spacciasse più.

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