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venerdì, Aprile 26, 2024
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Falò della camorra a Castellammare: arrivano i primi provvedimenti della magistratura

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“Così devono morire i pentiti abbruciati”: è la scritta comparsa su uno striscione accanto a un falò – dove è stato bruciato anche un manichino -la scorsa notte in un rione di Castellammare di Stabia considerato roccaforte del clan D’Alessandro, decapitato di recente con l’arresto dei reggenti. A mezzanotte è stato dato fuoco alla catasta di legna, al fantoccio e allo striscione. Il macabro “spettacolo” è stato applaudito da una piccola folla di persone. L’episodio è avvenuto nel quartiere Aranciata Faito. In contemporanea al falò è partita una batteria di fuochi d’artificio udibili anche dai quartieri circostanti. Il macabro “spettacolo” è stato applaudito da molte persone radunate davanti alle palazzine dove si concentra il più alto numero di fiancheggiatori del clan D’Alessandro. Il rione è considerato una vera e propria centrale dello spaccio di droga e uno dei ‘santuari’ del malaffare dell’area stabiese.

Apre un’inchiesta contro ignoti il pm Cimmarota, il magistrato Antimafia titolare delle indagini che hanno decapitato i vertici di quattro cosche e fatto arrestare l’imprenditore Adolfo Greco. Anche il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho è intervenuto sull’accaduto:”È la risposta della camorra al colpo subito sugli arresti”.

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