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martedì, Marzo 19, 2024
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Omicidio del figlio del boss rivale, arrestato Francesco Schiavone

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Arriva in carcere una nuova ordinanza per Francesco Schiavone, cugino del più noto Francesco “Sandokan” Schiavone. E’ accusato di essere il mandante dell’omicidio, avvenuto nel 2002, di Raffaele Lubrano, figlio di un altro boss di un clan rivale. Secondo gli inquirenti, i Lubrano controllavano il territorio di Pignataro attraverso una serie di business illegali e per questo i loro interessi si scontravano con quello del clan dei Casalesi, scoppio così una guerra di camorra.

L’agguato di camorra

 Francesco Schiavone, detto «Cicciariello», 67 anni, di Casal di Principe, era già detenuto nel carcere di Novara. Ritenuto mandante dell’omicidio, aggravato dal metodo mafioso, di Raffaele Lubrano. Quest’ultimo figlio del capoclan Vincenzo Lubrano, ucciso a Pignataro Maggiore il 14 novembre 2002. Lubrano, dopo aver lasciato la sua azienda, mentre si trovava a bordo della propria auto venne raggiunto e affiancato dai killer che iniziavano a esplodere una serie di colpi d’arma da fuoco al suo indirizzo.

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Arriva in carcere una nuova ordinanza per Francesco Schiavone, cugino del più noto Francesco “Sandokan” Schiavone. E’ accusato di essere il mandante dell’omicidio, avvenuto nel 2002, di Raffaele Lubrano, figlio di un altro boss di un clan rivale. Secondo gli inquirenti, i Lubrano controllavano il territorio di Pignataro attraverso una serie di business illegali e per questo i loro interessi si scontravano con quello del clan dei Casalesi, scoppio così una guerra di camorra.

L’agguato di camorra

 Francesco Schiavone, detto «Cicciariello», 67 anni, di Casal di Principe, era già detenuto nel carcere di Novara. Ritenuto mandante dell’omicidio, aggravato dal metodo mafioso, di Raffaele Lubrano. Quest’ultimo figlio del capoclan Vincenzo Lubrano, ucciso a Pignataro Maggiore il 14 novembre 2002. Lubrano, dopo aver lasciato la sua azienda, mentre si trovava a bordo della propria auto venne raggiunto e affiancato dai killer che iniziavano a esplodere una serie di colpi d’arma da fuoco al suo indirizzo.

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