Il Tribunale del Riesame stamattina ha confermato il carcere per i rapinatori indagati nel raid, finito nel sangue, alla gioielleria Corcione di Frattamaggiore che costò la vita a Raffaele Ottaiano. Carmine Pagnano, Luigi Lauro, Antonio Topa, Pietro D’Angelo e Luigi D’Angelo hanno confessato di aver fatto parte della banda che ha partecipato alla tragica rapina finita nel sangue a Frattamaggiore nella gioielleria Corcione, durante la quale è morto Raffaele Ottaiano. Dopo la cattura di Luigi Lauro, i carabinieri hanno arrestato dopo pochi giorni anche gli altri componenti della gang. Sono quasi tutti di Caivano. Stamattina il tribunale delle Libertà si è espresso sulla loro posizione, confermando la misura cautelare a loro carico.
Dagli ultimi accertamenti è stato reso noto che Raffaele Ottaiano non ha sparato. Il giovane rapinatore la sera dello scorso 10 febbraio, a Frattamaggiore è rimasto ucciso dai colpi di pistola sparati dal gioielliere titolare dell’omonimo negozio dove poco prima, insieme con quattro complici, aveva tentato di mettere a segno una rapina a mano armata. La circostanza emerge dall’attività investigativa degli inquirenti della Procura di Napoli Nord che, nelle scorse settimane, hanno quasi del tutto delineato la dinamica dell’accaduto.
Il giovane gioielliere, Luigi Corcione, è indagato: l’ipotesi di accusa è omicidio colposo per eccesso di legittima difesa. In un’intervista rivelò di avere reagito dopo aver visto il bandito puntargli la pistola contro e di non aver mai sparato contro un uomo prima. Il suo legale, l’avvocato Luigi Ferrante, riferì che Corcione si era trovato in una situazione di “pericolo imminente”. Ottaiano è stato colpito da un proiettile che gli ha perforato un polmone: è morto per un’emorragia.