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Dagli schiaffi alle Case Celesti all’omicidio a Terracina, la storia del boss Marino

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Un papà viene inquadrato dalla televisione della Rai in seguito alla partecipazione della figlia ad noto talent musicale, ma quello finito sugli schermi non è un uomo qualunque. Tanti non riconoscono quella persona segnata da un’evidente menomazione agli arti, però, sugli schermi della tv appare Gaetano Marino. Si tratta di un importante esponente del gruppo camorristico degli scissionisti di Secondigliano, ucciso con sei colpi di pistola il 23 agosto 2012 sul lungomare di Terracina dove stava trascorrendo le vacanze con la famiglia. Sono passati oltre 10 anni da quell’efferato delitto condotto da due sicari in moto.

Dopo la seconda faida di Scampia la famiglia Marino visse un breve periodo di divisione interna, causata dalla cacciata di Gaetano Marino dalle Case Celesti. Il fratello di Gennaro ‘o Mckey venne allontanato dagli esponenti di rilievo della sua stessa famiglia su ordine del boss Arcangelo Abete, dettaglio riportato nell’ordinanza del tribunale del Riesame di Napoli. Infatti un ruolo decisivo sull’esilio di Marino fu giocato in particolare dai nipoti Angelo Marino e Roberto Manganiello.

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Gaetano o Moncherino fu schiaffeggiato davanti ai suoi affiliati da Manganiello, dopodiché quest’ultimo subì un attentato da parte di Gianluca Giugliano, fedelissimo di Marino. E’ questo l’antefatto che precede l’omicidio di Ciro Nocerino, ex braccio destro dei Marino ma all’epoca persona vicina a Manganiello e sfuggito insieme al ras all’attentato.

A svelare quei retroscena fu Antonio Leonardi: “Angioletto Abete, con gli Abbinante, fece picchiare Gaetano Marino nelle Case Celesti e lo fecero fare da Manganiello e da Ciro Nocerino. Gaetano Marino venne picchiato davanti a lutti per umiliarlo”. Il movente sarebbe stato spiegato a Leonardi dallo stesso Abete: “Mi venne data la spiegazione che Marino sparlava, che non meritava di comandare e quindi gli venne data una lezione per estrometterlo”.

IL RITORNO DI MARINO GRAZIE ALLA VANELLA GRASSI

Solo grazie all’intervento dei capi della Vanella Grassi, Gaetano Marino poté rientrare nel proprio territorio, pagando come prezzo la sottomissione della sua famiglia alla volontà dei triumvirato vinelliano divenendo, di fatto, un sotto-gruppo. Nacque così la Nuova Vanella Grassi composta dalle famiglie Leonardi e Marino.

Le attività di indagine iniziate a seguito della terza faida di Secondigliano-Scampia, combattuta dal 2011-2013, dimostrarono come la famiglia Marino abbia garantito il proprio costante contributo attivo durante lo scontro armato. In questo scontro è possibile ascrivere l’omicidio di ‘o Momcherino avvenuto il 23 agosto del 2012 sul lungomare di Terracina.

UN BOSS SU RAI 2

Il 29 dicembre del 2010 il boss Marino balzò alla ribalta delle cronache nazionali per la sua partecipazione alla trasmissione Rai ‘Canzoni e Sfide’.  “Naturalmente a stupire non è che una bambina ami suo padre e voglia dedicargli una canzone. Non stupisce nemmeno che la figlia e nipote dell’aristocrazia del narcotraffico italiano, vada in televisione – in Rai – a cantare una canzone per suo padre. Per una figlia, per una bambina, un padre anche quando camorrista è soltanto un padre. Su tutto questo, si potrebbe sorvolare e superare l’imbarazzo. Ma alla fine dell’esibizione Lorena Bianchetti le si avvicina e le dice: ‘È bellissimo questo brano’ poi continua, ‘Ti va di fare una sorpresa a papà? Ti va di dargli un bacino? Dov’è… signor papà, c’è Mary che vorrebbe darle un bacino’. E lì, in prima fila, ecco Gaetano Marino (ripreso senza inquadrare le mani di legno) che dà un bacio a sua figlia. Incredibile. Mi domando, perché questo omaggio? Perché il Politeama di Catanzaro ha tenuto Gaetano Marino come ospite d’onore in prima fila. Perché la RAI ha messo in scena questa celebrazione? Il mondo degli appalti che riguardano lo spettacolo è da sempre infiltrato. Catering, palchi, concerti, teatri. Maurizio Prestieri, boss del Rione Monterosa e ora collaboratore di giustizia, conosce sin nel dettaglio questi meccanismi. Prima o poi si riuscirà a svelare i legami tra mafie, televisioni, musica e spettacolo“, denunciò lo scrittore Roberto Saviano.

UNA VANELLA A TRE TESTE

Da braccio militare dei Di Lauro è poi passato indenne per ben tre faide. La sua storia è quella di un’unica famiglia, un capoclan e i suoi nipoti. E’ il 2007 quando il gruppo della Vanella Grassi (strada conosciuta in tutta Secondigliano e confusa molto spesso con la vicina vico Lungo Ponte ‘a spuntatora’) capeggiato da Petriccione Salvatore, Guarino Rosario e Accurso Antonio passa con gli Scissionisti degli Amato-Pagano. Il gruppo, cresciuto e rafforzatosi sotto l’egida di tre personaggi, Antonio Mennetta, Rosario Guarino e Fabio Magnetti.

 

 

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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