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giovedì, Aprile 25, 2024
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Guerra in Ucraina: morta col suo bambino la donna incinta fotografata a Mariupol

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E’ giunta poco fa la notizia del decesso della donna ucraina incinta diventata simbolo del bombardamento all’ospedale di Mariupol. Nonostante i tentativi dei medici di salvare lei e il suo bambino, non c’è stato niente da fare.

La donna incinta diventata simbolo della brutalità della guerra

La foto di lei, pallida e insanguinata, stesa sulla barella mentre tentavano di trarla in salvo col suo bambino, aveva fatto il giro del mondo. La mano sul ventre, nel vano tentativo di proteggere il figlio, aveva sottolineato la crudeltà dell’azione russa, ancora colpevole di aver bombardato civili. Purtroppo, a nulla è servito l’intervento di medici e soccorritori, che non hanno potuto salvare né lei, né il bambino.

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Associated Press comunica la morte della donna e del suo bambino

A darne notizia, sta mattina – a 5 giorni dal bombardamento – è l’agenzia Associated Press. La stessa agenzia aveva, nei giorni scorsi, diffuso la foto della donna che veniva evacuata dall’ospedale bombardato. Foto pubblicata, poi, da decine e decine di testate giornalistiche e divenuta simbolo della brutalità della guerra.

Le condizioni gravissime della donna incinta 

Secondo quanto riportato, la donna è apparsa sin dai primi momenti in condizioni gravissime. I medici hanno subito provveduto a far nascere tramite taglio cesareo il bimbo, che tuttavia non mostrava segni vitali. Nell’apprendere la notizia della morte del figlio, la donna, distrutta dal dolore, ha gridato ai medici “Uccidetemi ora!“. Il chirurgo che l’ha operata, Timur Marin, ha riferito di averle trovato il bacino schiacciato e un’anca dislocata, oltre a numerose lesioni interne. Proprio per questi motivi, dopo 30 minuti di rianimazione, è deceduta anche lei.

“Almeno qualcuno è venuto a prenderli”

Per diversi giorni si è tentato di risalire al nome della donna. Tuttavia, nel caos del bombardamento, i medici non sono riusciti a trascriverlo prima che il marito arrivasse a portare via il corpo, suo e del bambino. “Almeno qualcuno è venuto a prenderli“, hanno riferito i medici. In questo modo hanno potuto evitare di farli finire nelle fosse comuni che sono state scavate a Mariupol.

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