Conosce bene quella zona. Di quell’ambiente è stato per anni uno degli enfant prodige. Una vita fa, prima del pentimento, prima di decidere di passare dalla parte dello Stato. Salvatore Maggio, il ras che osò sfidare i Mazzarella a piazza Mercato, ha tracciato forse il profilo più preciso e più significativo su Carmine Montescuro, l’eminenza grigia della camorra partenopea nonchè padrone incontrastato della zona di Sant’Erasmo. Nel verbale del 13 settembre 2017 Maggio racconta tutto il giro di affari nelle mani del gruppo Montescuro soffermandosi in particolare sui rapporti con gli altri clan di Napoli.
«Conosco bene Carmine Montescuro detto o Munuzz che ho incontrato più volte per le estorsioni agli imprenditori che effettuavano i lavori al porto di Napoli nel senso che Montescuro era quello che richiedeva e ritirava le tangenti estorsive distribuendole poi tra il suo clan, il clan delle Case Nuove (i Caldarelli), il clan D’Amico e il clan di piazza Mercato di cui facevo parte. Montescuro ha sempre svolto una funzione di paciere tra i clan, una sorta di ‘ago della bilancia’. Montescuro non permetteva a nessuno di noi di fare le estorsioni direttamente pretendendo di tenere lui tutto sotto controllo. Una riunione è avvenuta vicino la chiesa di via Santa Maria delle Grazie a Loreto di fronte casa di Giuseppe Vatiero attuale boss delle Case Nuove dopo l’arresto di Raffaele Caldarelli. In quella sede (era il 2015) si decise la spartizione delle quote estorsive inerenti i lavori che coprivano la zona di pertinenza di Montescuro, piazza Mercato, Case Nuove e San Giovanni ossia tutte le zone che si affacciano e che costeggiano il porto di Napoli. Mi risulta che in una circostanza o ‘Munuzz abbia distribuito tra quattro clan 20mila euro».