“Se non troviamo lui iniziamo a buttare a terra il padre e le cosce alla madre”. È in questa intercettazione che gli inquirenti trovano la prova del tentato omicidio di Patrizio Cuffaro, ras legato ai Carillo-Perfetto e indicato come l’autore del raid che portò al ferimento di Antonio Gaetano, il giovane reggente degli Esposito-Marsicano nonché cugino di Emanuele Marsicano ossia colui che anche dal carcere riusciva ad impartire ordini ai suoi grazie ad un cellulare indebitamente fatto entrare all’interno delle sbarre.
In un’altra trascrizione un soggetto non identificato parla al telefono con Francesco Marfella comunicandogli che alle case rosse hanno sparato a Gaetano: ”Hanno sparato a biscotto, cinque botte. Scantinato (soprannome di Cuffaro) guidava il mezzo ma ha sparare è stato uno vecchio dietro”.
Secondo Marfella, Cuffaro potrebbe aver sparato perché Gaetano si era reso protagonista del pestaggio di suo padre. Commentando con Luca Battista, un altro degli arrestati del blitz di ieri mattina, lo stesso Marfella evidenziava i suoi propositi di vendetta: ”Avviamo a buttare il padre a terra, avviamo a smontare le cosce al padre”