Roberta Pitzalis è morta venerdì mattina all’ospedale Businco di Cagliari. La donna, 38 anni, è la prima vittima per l’intossicazione da botulino che a fine luglio ha coinvolto otto persone. Tutte avevano mangiato della salsa guacamole durante la Fiesta Latina di Monserrato, nella città metropolitana di Cagliari. Pitzalis era stata ricoverata al Brotzu fino a poche ore prima del decesso, le sue condizioni sembravano gravi ma stabili. La situazione è poi precipitata a causa di complicazioni.
L’intossicazione da botulino
Roberta Pitzalis era stata la prima tra i partecipanti alla festa tenutasi il 22 luglio ad accusare i sintomi dell’intossicazione e a essere ricoverata. Solo quando altri pazienti sono arrivati in ospedale lamentando gli stessi disagi è stata avanzata l’ipotesi botulino.
Panino al botulino sul lungomare di Diamante: muore napoletano e 7 familiari ricoverati: Diamante– Una vacanza che doveva essere all’insegna del mare e del relax si è trasformata in tragedia. Un panino acquistato da un camioncino ambulante sul lungomare di Diamante, in provincia di Cosenza, è costato la vita a Luigi Di Sarno, 52 anni, napoletano, e ha mandato in ospedale altri sette membri della sua famiglia.
L’ipotesi è quella di una grave intossicazione da botulino, una delle tossine più pericolose per l’organismo umano.
La vittima aveva consumato, insieme ai parenti, un panino con salsiccia e broccoli, comprato da un venditore ambulante in una delle zone più affollate della cittadina tirrenica. Poco dopo l’ingestione, l’uomo ha accusato i primi sintomi: nausea, malessere generale, affaticamento.
Ha provato a rientrare a Napoli con la famiglia, ma durante il tragitto è stato colto da un peggioramento improvviso. La corsa verso l’ospedale di Lagonegro, in Basilicata, si è rivelata inutile: Di Sarno è morto prima di ricevere cure adeguate.
Intanto, altri sette familiari che avevano condiviso lo stesso pasto sono stati ricoverati all’ospedale Annunziata di Cosenza: due adolescenti di 17 anni, una donna di 42 e altre quattro persone.
Tutti presentano sintomi compatibili con il botulismo, una rara ma pericolosissima forma di intossicazione alimentare causata da alimenti contaminati, spesso mal conservati o preparati in condizioni igieniche non adeguate.
La Procura di Paola, guidata dal procuratore capo Domenico Fiordalisi, ha aperto un’inchiesta. Il camioncino da cui è partito il focolaio è stato posto sotto sequestro. Gli inquirenti stanno verificando le modalità di conservazione e preparazione degli alimenti, nonché le autorizzazioni del venditore.
L’allarme: attenzione ai cibi venduti per strada
La vicenda accende nuovamente i riflettori su un fenomeno diffuso e pericoloso: il cibo da strada venduto senza controlli sanitari.
In estate, località turistiche come Diamante si popolano di venditori ambulanti che propongono panini, fritti, bibite e prodotti “tipici”, spesso però conservati in condizioni precarie, senza refrigerazione e senza alcuna garanzia igienico-sanitaria.
Il botulino – spiegano i medici – può svilupparsi in alimenti conservati male, soprattutto in presenza di carne, verdure sottolio o sottovuoto, e rappresenta un pericolo letale: bastano pochi microgrammi per provocare gravi paralisi neuromuscolari e, nei casi più estremi, la morte.
L’Azienda ospedaliera di Cosenza ha annunciato per domani una conferenza stampa per fare il punto sulle condizioni dei ricoverati e sulle misure sanitarie adottate.
Il monito ai turisti
La tragedia di Diamante deve servire da monito per i tanti turisti che in estate affollano le località balneari del Sud Italia. L’attrattiva del cibo economico, “casareccio” e pronto da mangiare, non può far dimenticare i rischi legati all’assenza di controlli, alla scarsa igiene e alla conservazione approssimativa.
Acquistare cibo da ambulanti non autorizzati o poco affidabili può trasformare una vacanza spensierata in un dramma familiare. La sicurezza alimentare non è un dettaglio: è una tutela della salute pubblica.

