“Io voglio riaprire perché sento la responsabilità ed il peso delle famiglie dei miei collaboratori che aspettano un sostegno. Voglio onorare i miei impegni con fornitori e contratti senza chiedere aiuti a nessuno. Voglio ristorare e aiutare le persone.
Posso svolgere il mio servizio in sicurezza. Voglio poter scegliere la consegna a domicilio, come nel resto del mondo. Il virologo Burioni dice che i contenitori da asporto non sono pericolosi. Infine voglio lavorare, ho sempre lavorato ed un uomo che non lavora è un uomo senza dignità”. Questo l’appello che gira sui social a cui hanno aderito tantissime attività della Campania, messe in ginocchio dalla crisi. . Quello della gastronomia è sicuramente uno dei settori che sta subendo i maggiori danni a causa dell’emergenza Covid e si sa che a Napoli, patria mondiale della pizza, a essere travolti sono soprattutto titolari e dipendenti che lavorano nelle centinaia di pizzerie di Napoli e provincia.
Per questo motivo le attività sta cercando di raccogliere il consenso di un gran numero di pizzerie campane per chiedere di riprendere a lavorare con il servizio a domicilio come avviene in tutte le altre regioni d’Italia. Già centinaia di adesioni all’appello per chiedere al presidente della Regione De Luca di rivedere l’ordinanza del 28 marzo con cui non solo sono state chiuse le attività ma vietato anche l’asporto, una delle pochissime regioni d’Italia. Decisione che ha causato ancora più difficoltà al settore, unica possibilità di guadagno per la ristorazione in questo periodo di lockdown.