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giovedì, Aprile 25, 2024
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Telecamere e sonde, ci siamo per il salvataggio di Julen: “Eccolo lì”

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Scavando a mano e anche con l’aiuto di tre minicariche esplosive, i minatori della squadra di soccorso hanno ormai raggiunto il pozzo dove si presume possa esserci Julen, il bimbo di due anni inghiottito in un cunicolo artesiano in disuso profondo 110 metri e largo solo 25 centimetri nei dintorni di Malaga ormai 13 giorni fa. Appena rimosso l’ultimo diaframma verrà infilato nel pozzo una minitelecamera per esplorarlo nella speranza che il bambino possa trovarsi nei pressi.

In meno di due settimane sono stati effettuati lavori di scavo che in condizioni normali richiedono tre mesi, ma si continua a lavorare con la massima velocità anche se da giorni, se non dallo stesso 13 gennaio, non vi sono speranze di trovare vivo il piccolo. Un impegno che l’intera Spagna ha preso con i genitori del bambino: «Dobbiamo trovarlo per loro», ripetono le centinaia di persone coinvolte nelle operazioni.

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Le telecamere e le sonde calate nel pozzo fin dal 13 gennaio si sono fermate a una profondità di 75 metri per un probabile “tappo” di terra o roccia, consentendo solo di recuperare qualche capello che ha confermato il “passaggio” di Julen. Ora si spera che dal basso non vi siano altri ostacoli.

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