Continuano le indagini per ricostruire la dinamica e le circostanze che hanno portato alla morte del piccolo Julen Rosellò, il bambino di due anni caduto in un pozzo a Totalàn, in Spagna. A finire sotto accusa sono stati anche i soccorritori, in particolare, secondo una perizia di parte, i legali avevano ipotizzato che ad uccidere il piccolo fosse stato un colpo inferto con un piccone da parte di un soccorritore. Secondo i periti consultati dai legali del proprietario del terreno (al momento unico indagato), infatti, sull’arnese del peso di 8 chili sarebbero stati trovati anche dei capelli del piccolo Julen.
Questa ricostruzione, però è stata smentita dai risultati dell’autopsia preliminare svolta sul corpo del piccolo. Le indagini proseguono e occorre aspettare l’autopsia definitiva sul corpo del piccolo Julen. Quella preliminare, come riporta 20minutos.es, smentisce la tesi della difesa: il bimbo sarebbe morto per un trauma cranioencefalico nella parte sinistra della testa e il piccone non presenterebbe tracce di sangue. L’autopsia preliminare ha indicato anche che tracce di terra erano presenti anche nell’esofago e nello stomaco di Julen, e che la morte sarebbe sopraggiunta prima dell’impiego del piccone incriminato durante i soccorsi. Per l’orario preciso del decesso, però, sarà necessario attendere l’autopsia definitiva da parte dell’istituto di medicina legale di Malaga.
