Si sarebbe vaccinata tra pochi giorni Katia Lamberti, la 30enne di Viareggio uccisa da una complicazione cardiorespiratoria il giorno di Ferragosto, gettando familiari e amici nello sconforto. Purtroppo il Covid non ha lasciato scampo alla giovane imprenditrice, risultata positiva pochi giorni prima. A 48 ore di distanza, il padre Alfonso lancia un appello ai giovani e dice loro «Vaccinatevi, perché è importante. Mia figlia era preoccupata quando toccavamo l’argomento vaccino, ma non abbiate dubbi». A riportarlo è il Corriere della Sera.
La denuncia della famiglia di Katia Lamberti
Una vicenda che ha ancora diversi aspetti da chiarire, al punto che il papà di Katia Lamberti annuncia di essersi già rivolto a un legale di fiducia: «Vogliamo sapere la verità — dice —: se c’era la possibilità di salvarla, ditemi voi come si possa continuare a vivere». Un paio di aspetti sono finiti nel mirino dei genitori: le modalità di soccorso per Katia nel momento in cui ha perso conoscenza, senza più riprenderla. Emanuele, il compagno della giovane, ha chiamato il 118, ma vedendo tardare l’arrivo della ambulanza, ha deciso senza esitazioni di caricarla in macchina sino alla locale Misericordia: «Qua — racconta ai microfoni del Tg3 Toscana — ci hanno detto, con Katia svenuta nell’auto, che si dovevano vestire. Allora ho riflettuto e mi sono detto: non c’è più tempo. Ho messo la retromarcia e l’ho portata sino in ospedale, dove è arrivata ancora viva. Poi è andata in arresto cardiorespiratorio».
«Ai ragazzi — aggiunge Emanuele, in linea con il padre di Katia — dico: vaccinatevi». La famiglia di Katia Lamberti lamenta una «scarsa attenzione» da parte dei sanitari nelle ore precedenti la tragedia. La loro figlia aveva febbre e disturbi respiratori già da alcuni giorni, ma l’Asl li aveva catalogati come «minori». Dei sintomi erano a conoscenza anche il medico di base e l’unità speciale di continuità assistenziale. «Mia figlia — sottolinea papà Alfonso — peggiorava a vista d’occhio, ma dicevano che non fosse niente di preoccupante».
«A chi abbia contratto il Covid — rincara Emanuele, anche lui positivo — e si trovi a casa, vanno garantiti aiuti maggiori. È giusto che non si affollino gli ospedali, ma se una persona chiama per chiedere aiuto, ci deve essere qualcuno competente che viene e decide il da farsi». Circa un mese fa Katia Lamberti si era sottoposta ad un intervento di chirurgia estetica a Firenze: «Anche su questo aspetto — chiude — chiediamo che venga fatta la massima chiarezza».