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venerdì, Marzo 29, 2024
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“La banda dei Rolex dell’Alleanza di Secondigliano”, il business raccontato dai pentiti

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Tra i business che portava avanti l’Alleanza di Secondigliano c’era anche quello delle rapine dei Rolex. A descrivere il fenomeno sono i magistrati della DDA nell’ordinanza: “Nel corso dell’attività investigativa si è avuto modo d’individuare un’intera batteria di rapinatori di orologi preziosi il cui responsabile era LONGOBARDI Salvatore alias «o’ ciore» elemento organico al clan CONTINI. L’esistenza di bande specializzate di rapinatori di orologi preziosi risulta incentivata dai vertici del clan, i quali vi vedono un’ulteriore fonte di reddito. Interessante a tal riguardo é il contenuto della conversazione ambientale del 3 settembre  a bordo della Fiat Panda di GRASSO Antonio. In quella circostanza il GRASSO e l’AIETA Antonio, mentre erano intenti ad effettuare alcuni conteggi relativi a somme di denaro incassate ovvero da incassare, facevano esplicito riferimento alla somma di mille euro che LONGOBARDI Salvatore (indicato con il proprio soprannome) aveva da poco consegnato nelle mani di FIORENTINO Massimo: la quota che il LONGOBARDI versava, probabilmente a cadenza mensile, alle casse dell’organizzazione per poter gestire la paranza di rapinatori di Rolex.
Dell’esistenza di bande di rapinatori di orologi preziosi all’interno del clan CONTINI parlava il 5 maggio 2014 il pentito DE MAGISTRIS Ciro: “Ne fanno o ne facevano parte Ciro Fontanarosa, giovane del quale ho già parlato quando ho descritto le fasi del suo omicidio e il ruolo che ha avuto in esso Ettore Basti; poi il figlio di Ruggiero Antonio O’nudontat, che forse è morto per malattia; ancora il fratello di Ruggiero Antonio O ‘malomm, detto Cocò. Questi ragazzi poi portavano i Rolex rapinati a Ettore Bosti o’russ; e anche a Nicola Rullo, e loro oli regalavano a persone di loro interesse o li vendevano”. 

Il pentito DE ROSA Teodoro dichiarava il 26.1.2015: Omissis “Sono anche a conoscenza dell’esistenza di batterie di rapinatori, che pur agendo in maniera autonoma, avevano l’obbligo di pagare una quota dei guadagni al clan CONTATI”
I componenti della batteria di rapinatori sono risultati essere, oltre il già citato LONGOBARDI Salvatore, CINQUE Dlego, DI MARTINO Gianluca, DI MARTINO Paolo e LIQUORI Mario. Teatro delle operazioni l’Emilia Romagna, e più precisamente le province di Parma, Reggio Emila e di Modena. La scelta di quella particolare Regione era dettata dal fatto che il gruppo del LONGOBARDI poteva contare sull’appoggio logistico fornito da DI MARTINO Paolo, il quale era residente a Reggio Emila su LIQUORI Mario, il quale aveva le conoscenze giuste grazie alle quali era più facile piazzare la refurtiva”.
Le investigazioni hanno permesso di fare luce su due episodi delittuosi: la rapina compiuta a Parma in data 10 ottobre 2013 e la rapina compiuta a Modena in data 23 ottobre 2013. In entrambi i casi i rapinatori, mediante l’uso di una pistola illegalmente detenuta, avevano sottratto alle vittime due orologi d’ingente valore commerciale.

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