Massimo Gallo sembrava un qualsiasi commerciante orgoglioso della sua merce, invece, si vantava con i suoi affiliati della qualità della droga venduta. Il boss è stato intercettato al telefono nel dicembre del 2019 con il suo luogotenente Vincenzo Di Paola, detto ‘o tamarro: “Uha! tieni la roba meglio di tutta Caivano…”.
Dunque si registravano varie telefonate tra gli indagati nel corso della quali veniva fatto riferimento al traffico di droga gestito da Massimo Bervicato, detto chiappariello, e confermavano che effettivamente fosse il 52enne a gestire una piazza di spaccio a Caivano, legata indissolubilmente al clan capeggiato da Gallo.
“Stanno sfondando tutte cose”
In quella circostanza gli uomini del capoclan facevano riferimento alla piazza di spaccio di Bervicato il quale sarebbe stato aiutato da 4 fratelli che si alternavano nei turni per garantire lo spaccio per l’intera giornata. “Chiappariello! sta facendo proprio male!” … “eh! … sta facendo la roba di chiappariello, prima che mettevo quello buono in mezzo … si stanno dedicando tutti quelli di là”, dopodiché l’interlocutore misterioso di Di Paola rispondeva: “Stanno veramente sfondando tutte le cose, quelli là!”
Il ras di Gallo commentava anche le attività in merito alle forze impiegate nello spaccio, Di Paola “Secondo me … sono quattro di loro a faticare là sopra fra!… non tre, ma quattro! …fanno H su 24, non chiudono, non chiudono proprio!”… “turni di notte e turni di giorni, hai capito come fanno?”… “per esempio fanno dalle dieci del mattino … mezzanotte tutti e due … mezzanotte alla dieci del mattino tutti e due … hai capito come fanno?”.
“Deve cacciare 1000 euro”, la tangente al capopiazza a Caivano
Nella stessa conversazione gli affiliati alla mala di Caivano hanno parlato anche della piazza di spaccio di hashish gestita da Raffaele Zambella. Il ras ‘o tamarro affermava che avrebbero dovuto bloccare l’attività del capopiazza in quanto doveva pagare 1000 euro come tangente per poter continuare a spacciare: “Bisogna andare ancora in giro, bisogna bloccare a quest’altro… a S., deve cacciare 1.000 euro!” … “Sta vendendo il fumo!” … “no … S. e Lello Zambella stanno insieme“.
Proprio per affermare l’egemonia del clan Gallo-Angelino, i fedelissimi del boss Gallo pensavano di dare una lezione a qualche criminale che ancora non si era sottomesso alla loro volontà. In questo modo avrebbero lanciato un segnale forte anche ad altri, Di Paola diceva al telefono: “eh, veramente se qua non inizia a buscare qualcuno, non si imparano adesso … te lo dico io”. Secondo i pentiti Bervicato gestiva la piazza di spaccio nei Palazzi dei Cafoni al Parco Vedere e perciò lui comprava 100-150 grammi di cocaina a settimana.


