Stanotte gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e personale della Polizia Locale hanno effettuato controlli nella zona degli “chalet” di Mergellina dove hanno identificato 158 persone, di cui 55 con precedenti di polizia (dunque un terzo), controllato 67 veicoli, di cui uno sottoposto a sequestro amministrativo, e contestato 12 violazioni del Codice della Strada per mancata revisione periodica, per mancata copertura assicurativa, guida senza cintura di sicurezza e mancanza di documenti.
Perizia balistica allo chalet per la morte di Francesco Pio: i turisti si scattano le foto sulla scena del crimine
A Mergellina, la zona del lungomare di Napoli forse più caratteristica perché posta ai piedi di Posillipo, ci si va anche quando le giornate non sono proprio calde. E se sei un turista in questa zona della città ti ci spingi praticamente di default, anche solo per un drink seduto ad uno chalet della zona. Oggi, l’esterno di uno dei più conosciuti e frequentati da sempre è stato però teatro di accertamenti richiesti dall’autorità giudiziaria in ordine ad un efferato fatto di sangue. Ed ha inevitabilmente attirato l’attenzione di numerosi passanti – soprattutto turisti – che ne hanno anche approfittato per scattarsi qualche foto. Si tratta del “chioschetto da Sasà”, ancora chiuso e con i fiori lasciati a terra dalle persone di passaggio, per l’omicidio di Francesco Pio Maimone. Quello che la Polizia scientifica stava compiendo sul posto deve essere loro sembrato un set cinematografico.
L’omicidio di Francesco Pio Maimone
Erano in corso, infatti, accurate verifiche balistiche condotte dalla Scientifica della Questura di Napoli. Gli agenti sono arrivati esattamente nel luogo dove nella notte tra il 19 ed il 20 marzo scorsi è morto il 18enne Francesco Pio Maimone. Vittima innocente di una sparatoria che sarebbe scaturita da una lite avvenuta poco più in là, a cui Maimone non aveva neanche partecipato. Il ragazzo non c’entrava nulla ma è stato centrato in pieno petto da un proiettile vagante esploso ad altezza d’uomo.
Per l’omicidio è accusato il 19enne Francesco Pio Valda (che si è finora professato innocente). Il motivo della sparatoria sarebbe legato ad una bibita versata sulle scarpe “da mille euro” di Valda. Che avrebbe estratto una pistola, che alcuni credevano a salve, e fatto fuoco nel mucchio. Un proiettile ha colpito, invece, Maimone che era agli chalet con gli amici come faceva spesso la domenica sera. Dal giorno dopo Valda è in carcere, su di lui pende l’accusa di omicidio volontario aggravato. La perizia balistica è stata richiesta della Procura di Napoli per meglio chiarire. Anche in base alle testimonianze e alle immagini delle telecamere della videosorveglianza sul posto, la posizione precisa dello sparatore.