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lunedì, Maggio 6, 2024
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La trasformazione del clan Moccia, ora è una confederazione con gruppi autonomi

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L’ultima relazione della Dia ha tracciato l’attuale assetto criminale a Nord di Napoli. Nel Comune di Afragola, come documentato dalle più recenti investigazioni, risulterebbe ormai consolidata la supremazia del clan MOCCIA, sebbene colpito da incisive azioni repressive che hanno già portato alla condanna di numerosi capi e gregari, nonché a diverse scelte di collaborazione con la giustizia.

Il clan Moccia, tuttavia, rappresenta un aggregato criminale di considerevoli dimensioni (per numero di affiliati e per vastità del territorio controllato), ttivo nelle aree dell’hinterland settentrionale di Napoli (Afragola, Casoria, Crispano, Caivano, Frattamaggiore, Frattaminore, Cardito ed Arzano) e che, nel tempo, è divenuto una sorta di confederazione composta da diversi gruppi con una propria autonomia e competenza territoriale. Nel 2018, l’operazione “Leviathan” conclusa dal Centro operativo DIA di Napoli, con l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 45 affiliati al citato clan, ha permesso anche di svelare la struttura “piramidale” dell’organizzazione.

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Nel provvedimento, il GIP descrive l’associazione “come aggregato di plurimi gruppi criminali locali, ciascuno dei quali guidato da un “senatore”, ossia un esponente storico del clan, preposto al controllo di uno o più entità territoriali sottoposte al potere egemonico del clan (Afragola, Casoria, Arzano, Cardito, Caivano, Crispano, Frattamaggiore e Frattaminore) e dotato di una certa autonomia gestionale. I rapporti con la base del gruppo sono curati da “luogotenenti”, legati al “senatore” da un vincolo fiduciario. I “senatori” sono tenuti a rendere conto del proprio operato ad un superiore, che funge da “coordinatore delle diverse articolazioni territoriali del clan”, nominato direttamente dalla famiglia Moccia e loro referente diretto, il quale pianifica strategie operative comuni alle cellule territoriali, dirime eventuali contrasti interni, rappresenta l’organizzazione “all’esterno…”.

Il comando dell’intera organizzazione è nelle mani dei componenti della famiglia Moccia i quali, pur mantenendo una posizione defilata allo scopo di ridurre al minimo il rischio di eventuali coinvolgimenti in attività investigative, continuano a dirigere “a distanza” il sodalizio tramite il coordinatore, al quale veicolano riservatamente le decisioni sulle questioni di maggiore importanza associativa”. Tale assetto ha consentito alla compagine criminale di superare, come accennato, le criticità derivanti dalle numerose inchieste giudiziarie e di conservare una considerevole capacità operativa che la colloca ancora oggi tra le più insidiose organizzazioni camorristiche nel panorama nazionale. Nonostante il radicamento territoriale a nord della provincia napoletana, la famiglia MOCCIA, infatti, è riuscita ad estendere la sua sfera d’influenza ben oltre il territorio di origine come documentato da talune indagini che hanno messo in evidenza le loro solide e funzionali relazioni con altri gruppi, anche non camorristici, consentendogli di effettuare numerosi investimenti patrimoniali finanche nella Capitale d’Italia. L’enorme disponibilità finanziaria ha consentito al clan di diversificare gli investimenti in molteplici settori dell’economia, grazie anche alla spiccata attitudine a stringere relazioni con qualificati soggetti gravitanti negli ambienti imprenditoriali e della politica.

Il 19 ottobre 2022, l’Arma dei carabinieri e la Polizia di Stato hanno eseguito un Decreto di fermo di indiziato di delitto emesso a carico di 6 sodali al clan MOCCIA accusati di associazione mafiosa, nonché di porto e detenzione illegale di armi da guerra e comuni con relativo munizionamento. Il citato provvedimento restrittivo ha colpito un’articolazione del clan MOCCIA, operante nel rione “Salicelle” di Afragola, al cui interno, dal mese di ottobre 2020, si sono registrate forti frizioni tra i livelli più bassi della manovalanza sfuggiti al controllo del quadro direttivo e continue minacce di scontri e di propositi omicidiari80. Alla base dei dissidi, risulterebbe il venir meno dei livelli intermedi in ragione delle numerose azioni repressive che hanno colpito il clan e che fungevano da snodo comunicativo tra il vertice ed i livelli più bassi.

Le tensioni avrebbero raggiunto il loro momento più critico in occasione di un summit, organizzato a Cardito (NA) nel luglio 2022, durante il quale sarebbe emerso il proposito di avviare uno scontro armato per monopolizzare le attività del clan (piazze di spaccio, estorsioni, ecc…). Nel medesimo contesto sarebbe verosimilmente maturato anche l’omicidio di un pregiudicato, dedito allo spaccio di stupefacenti, poi consumato ad Afragola il 31 dicembre 202281. Riguardo agli interessi illeciti del sodalizio, l’operazione “Morfeo” del 20 aprile 2022 ha messo in luce la componente imprenditoriale del clan costituita da impresari considerati “fiduciari” dei fratelli MOCCIA e tramite i quali sono stati eseguiti investimenti in settori quali la fornitura di materiali edili, il commercio di olii minerali, la compravendita di auto e la raccolta di olii esausti di origine alimentare. Sono state accertate, inoltre, manovre distorsive di talune procedure di gara finalizzate all’aggiudicazione di appalti pubblici, connessi con la realizzazione di infrastrutture ferroviarie, alle quali avrebbero partecipato anche componenti del clan in qualità di soci occulti.

Nei Comuni di Frattamaggiore, Frattaminore e Cardito le attività illecite sono storicamente gestite dagli affiliati al clan PEZZELLA sebbene una serie di atti intimidatori, registrati nel semestre in esame e in particolare a Cardito, potrebbero celare un riassetto degli equilibri criminali nella zona. Nel Comune di Crispano eserciterebbe ancora la sua influenza il clan CENNAMO, quale referente del clan MOCCIA in quel territorio. Il sodalizio avrebbe però subito un significativo ridimensionamento in ragione del decesso per cause naturali del suo capo storico.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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