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giovedì, Maggio 2, 2024
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L’agguato sventato grazie alle indagini sulla rapina, la scoperta dopo il blitz nell’hotel a Giugliano

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Una banda dedita a violente rapine, che non esitava ad esplodere anche colpi di pistola pur di portare a casa il loro obiettivo. Cinque arresti e un obbligo di firma.Enzo Iadonisi, 40 anni, di Napoli; Giuseppe Ciotola, 26 anni, di Napoli; Carlo Siviglia, 36 anni, di Giugliano in Campania; Raffaele Costanzo, 23 anni, di Castel Volturno; Angelo Capuano, 47anni, di Giugliano in Campani; Aurelio Castellano, 32 anni, di Giugliano in Campania. Abitano nel quartiere Fuorigrotta. Iadonisi è il nipote dell’ergastolano Franco Iadonisi (estraneo all’indagine), considerato dagli inquirenti un boss del rione Lauro.

«L’avimm smitraglià». Era stata questa frase, nell’ottobre del 2022, che aveva costretto i carabinieri a intervenire per evitare un’esecuzione di stampo camorristico. I militari stavano monitorando la coppia di malviventi nell’ambito di un’indagine per una rapina finita con il ferimento di una delle vittime raggiunta da un proiettile esploso da una pistola.

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Dopo aver seguito la coppia, si affiancavano alla autovettura e minacciavano i passeggeri con una pistola calibro 38 special, intimando loro di consegnare l’orologio Rolex, che una delle vittime aveva al polso, nonché oggetti d’oro in loro possesso. Ad un accenno di reazione da parte delle vittime, aprivano il fuoco, ferendoli entrambi e fuggendo con la refurtiva.

Le successive indagini consentivano di acquisire i primi importanti elementi indiziari attraverso l’analisi delle registrazioni e della cronologia dei passaggi dei veicoli ripresi dalle telecamere dei sistemi di videosorveglianza collocati in diversi punti del percorso seguito dalle vittime e la successiva e minuziosa verifica dei movimenti e dell’intestazione dello scooter utilizzato per commettere la rapina. In seguito, si procedeva alla comparazione delle fattezze fisiche dei rapinatori, così come riprese dalle telecamere, con quelle riconducibili ad un giovane che viaggiava come terzo trasportato su un altro scooter, che transitava qualche giorno prima della rapina nel territorio di Giugliano insieme con quello utilizzato dai rapinatori.

Rapine e droga tra Giugliano e Caserta, presa la banda: c’è anche il nipote del boss di Fuorigrotta

Poi le intercettazioni di conversazioni tra presenti e servizi di osservazione e pedinamento, concentrati inizialmente sul soggetto che aveva la disponibilità dello scooter su cui era stato individuato il rapinatore e, successivamente, sui soggetti che costantemente avevano rapporti e contatti con lui. Da qui i riflettori della Procura sulle rapine di orologi Rolex e attività di spaccio di stupefacenti. Sempre gli inquirenti fanno sapere che “le indagini ricevevano un ulteriore impulso allorquando dalle conversazioni intercettate emergeva la pianificazione di un omicidio ai danni di un appartenente ad un gruppo rivale, da eseguirsi con l’uso di armi automatiche clandestinamente detenute.

Il tempestivo intervento dei carabinieri con l’arresto dei due soggetti intercettati, avvenuto il 2 ottobre 2022, interrompeva il progetto omicidiario e consentiva di acquisire ulteriori elementi utili alla ricostruzione della rapina”. Poi il sequestro di una pistola calibro 38 rinvenuta nella camera d’albergo in cui i due arrestati soggiornavano stabilmente (risultata da accertamenti balistici compatibile con quella usata per ferire le vittime della rapina e per impossessarsi del Rolex). Non solo. Nel parcheggio dell’hotel trovati la moto e il casco dei rapinatori, ripresi dalle telecamere. Verifiche nei cellulari degli indagati.

In particolare, la ragazza fu colpita vicino al cuore e solo il caso evitò conseguenze peggiori. Le indagini, grazie alle riprese di diverse telecamere sul percorso dei rapinatori, portarono ai due. Le successive indagini eseguite con intercettazioni di conversazioni e pedinamenti, hanno consentito di ricostruire l’allarmante contesto criminale in cui operavano, dedito stabilmente alla commissione di rapine di orologi Rolex e allo spaccio di stupefacenti, nonché il loro coinvolgimento nella criminalità organizzata napoletana. Le persone in questione sono, infatti, ritenute vicine al clan Iadonisi – Mazzarella.

Le indagini hanno ricevuto, poi, un ulteriore impulso quando dalle conversazioni intercettate in una stanza di un albergo sul litorale domizio era emersa la pianificazione di un omicidio ai danni di un appartenente a un clan rivale. Il tempestivo intervento dei militari aveva poi impedito l’agguato.

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