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giovedì, Marzo 28, 2024
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Dall’attentato alle guerre di camorra, chi sono i 3 superlatitanti ricercati dalla Procura

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Ieri il procuratore capo Giovanni Melillo ha indicato i nomi dei 3 superlatitanti ricercati dalla Procura di Napoli. Si tratta di criminali che hanno alle spalle vicende legate al terrorismo e alla camorra.

JUNZO OKUDAIRA: L’ATTENTARTORE DI CALATA SAN MARCO

Il 14 aprile del 1988 fu condotto un attacco terroristico contro un circolo ricreativo a Napoli. Alle 19:49 una potente autobomba esplose davanti al club USO in Calata San Marco causando la morte di cinque persone e il ferimento di altre 15. Le vittime furono il venditore ambulante Antonio Gaezza, i passanti Assunta Capuano, Guido Scocozza e Maurizio Perrone, una portoricana militare statunitense in servizio presso la U.S. Navy di stanza a Napoli, la trentunenne Angela Simone Santos.

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Tra i feriti ci furono anche quattro marinai americani e alcuni nordafricani. Junzo Okudaira fu uno dei tre membri dell’Armata Rossa Giapponese, lui fece detonare un’autobomba. L’uomo fu giudicato in contumacia negli Stati Uniti il 9 aprile 1993 per l’attentato.

RENATO CINQUEGRANELLA: DAI BRIGATISTI ALLA CAMMORA

E’ da qualche tempo finito nella ‘most wanted’ del Ministero dell’Interno in compagnia di personaggi del calibro di Matteo Messina Denaro o Giovanni Motisi. Si tratta del napoletano Renato Cinquegranella che avrebbe aiutato alcuni brigatisti rimasti coinvolti nel sequestro Cirillo. L’uomo avrebbe dato ospitalità ad alcuni di loro nella sua villa di Castelvolturno.

Cinquegranella sarebbe coinvolto anche in un altro omicidio efferato, quello di Giacomo Frattini, il giovane affiliato alla Nco di Raffaele Cutolo torturato, ucciso e fatto a pezzi ventotto anni fa per vendicare l’omicidio in carcere di un fedelissimo del vecchio boss di Secondigliano, Aniello La Monica.
Giacomo Frattini, detto ‘Bambulella’ fu trovato avvolto in un lenzuolo, decapitato, con il volto sfigurato e le mani e il cuore chiusi in un sacchetto di plastica. Per quel delitto finirono sotto processo anche Paolo di Lauro e Salvatore Lo Russo al vertice di un clan considerato oggi tra i più potenti di Napoli, suo fratello Mario Lo Russo, Luigi Vollaro esponente dell’omonimo gruppo di Portici, Renato Cinquegranella, già latitante, e i pentiti Luigi Giuliano e Pasquale Gatto.

RAFFAELE IMPERIALE: IL NARCOS DELLA CAMORRA DI SECONDIGLIANO

La vita di Raffale Imperiale sembra uscire direttamente da una sceneggiatura. Figlio di un facoltoso costruttore di Castellammare di Stabia. ‘Lello Ferrarelle’ sin da ragazzo subì un sequestro lampo che non ha mai del tutto convinto gli inquirenti che seguirono il caso.

E’ appena ventenne quando si trasferisce ad Amsterdam dal fratello. Forse è lì tra i canali che capisce l’importanza di determinati canali. In terra olandese fu introdotto da un uomo dei Moccia a Elio Amato (il fratello di Raffaele, capo degli Scissionisti) che si presenta come Giancarlo e prenota un carico da far arrivare a Secondigliano.

Da lì in poi è l’ascesa di quel ragazzo di Castellammare che fa i milioni grazie all’organizzazione criminale creata da Paolo Di Lauro. All’epoca nel clan di Ciruzzo o’ milionario c’erano da Raffaele Amato, Maurizio Prestieri, Rosario Pariante, Enrico D’Avanzo, Raffaele Abbinante, Gennaro Marino e Antonio Leonardi. Imperiale diventa il referente di Secondigliano che tratta direttamente coi cartelli.

Talmente potente che quando scoppia la faida sia i Di Lauro che gli Scissionisti sanno bene che in base a chi sceglierà ‘o Lello verranno decisi gli esiti della contesa. Previsione che si concretizza quando Imperiale continua a rifornire la ‘scissione’ almeno fino al 2008 nella sua latitanza dorata di Dubai che dura ancora oggi.

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