Stop a tutte le attività che non siano esercizi di alimentari o farmacie. La richiesta di misure draconiane per affrontare l’emergenza coronavirus arriva dalla Regione Lombardia ed entro domani il governo dovrà sciogliere la riserva. Sulla questione si è espresso questa mattina il Premier Giuseppe Conte che ha confermato “nessuna chiusura verso misure più restrittive”.
La Lombardia è in pressing per fare presto. E, accanto alla Regione, si sono schierati anche i 12 sindaci delle città capoluogo, i sindacati e le forze politiche regionali in modo trasversale.
E, dopo l’incontro coi sindaci, è stato il governatore Fontana a rincarare la dose: “è il tempo della fermezza. Ho incontrato i sindaci dei capoluoghi lombardi e il presidente di Anci Lombardia, chiedono tutti la stessa cosa: chiudere tutto adesso (tranne i servizi essenziali) per ripartire il prima possibile. Le mezze misure, l’abbiamo visto in queste settimane, non servono a contenere questa emergenza”. In una lettera spedita al governo, con il benestare dei sindaci, e poi nel confronto seguito nel pomeriggio, Fontana ha chiesto “ulteriori chiusure di attività commerciali, l’opportunità di sospendere il trasporto pubblico locale, controllare e capire se esistono aziende la cui attività possa essere sospesa”.
Ovviamente si devono individuare “settori essenziali come alimentare, energetico, rifiuti e farmaceutica, che sono attività che non possono essere sospese”. Per il governatore “dovremo fare una cernita e cercare di capire, adottare rigide misure sanitarie nelle aziende che devono proseguire la loro attività”. Il timore maggiore, sottolinea il governatore, è che “ancora non sia ben chiara presso tutti, colleghi delle regioni e qualche rappresentante del governo, la reale situazione che stiamo vivendo”.