Il sentimento estremista di destra sta riaffiorando un po’ ovunque. In Europa, dove il nazismo e il fascismo hanno causato la cancellazione della democrazia e generato uno dei peggiori genocidi della storia, il crescente sentimento nero è un paradosso. Assurdo, inconcepibile. In Germania, soprattutto. Eppure, lo scorso 18 agosto, a Berlino una manifestazione neonazista ha attraversato alcune vie del centro cittadino. Il percorso scelto dagli organizzatori non è certo stato casuale. Sono stati scelti alcuni luoghi chiave per la “storia” nazista. Se vi state chiedendo come mai il Governo tedesco abbia permesso ai neonazisti di sfilare per le vie di Berlino, la risposta è semplice. La legge è estremamente accondiscendente per quanto riguarda la libertà di espressione e di pensiero. Tuttavia, la stessa legge ha vietato ai partecipanti – circa 400 – di esporre riferimenti espliciti e chiari al partito nazista e ai movimenti neonazisti. Poco bene, ma meglio di niente, si potrebbe chiosare.
A creare una distanza netta e incolmabile con il passato che prova a ritornare è stata la città stessa. I berlinesi non hanno esitato nel rispondere al corteo nero. Come? Con la stessa arma: la libertà di espressione e di pensiero. Circa 5000 persone si sono radunate in un contro-corteo che ha, in alcuni punti, attraversato le stesse vie percorse dal corteo neonazista. Come a voler lavare via lo sporco, Berlino è scesa in strada per evidenziare il suo dissenso. Sono in molti, però, a far notare l’enorme e pericolosa falla che caratterizza la legge sulla libertà di pensiero. Per moltissimi partecipanti al contro-corteo, è necessario fare una distinzione, seguendo il comune buonsenso, secondo il sentimento democratico ed europeista. L’estremismo di destra prova a riemergere, quindi. E se non sono le politiche nazionali a porre rimedio, ci pensano i popoli.
