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giovedì, Aprile 25, 2024
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Marano, intervista al commissario Antonetti: “Abbiamo trovato il caos, i cittadini devono alzare la testa”

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Lotta all’evasione fiscale, contrasto ai condizionamenti dell’ente da parte dei clan, riassegnazione dei beni confiscati, l’emergenza idrica scoppiata in piena estate: in quest’intervista a InterNapoli.it il dottor Valentino Antonetti, componente della triade alla guida del Comune di Marano dopo lo scioglimento per camorra, parla delle attività della commissione straordinaria in questi mesi e degli obiettivi futuri.

Partiamo dall’aspetto generale. La commissione straordinaria che Comune ha trovato dal punto delle risorse economiche, del personale e dei progetti più avviati per il miglioramento delle condizioni di vivibilità della città?

«Voglio precisare che le risposte alla Sue domande sono anche a nome dei miei due colleghi, il prefetto Gerardina Basilicata e il questore Giuseppe Garramone con i quali sono in piena sintonia. Quando siamo arrivati un anno fa a seguito del quarto scioglimento per camorra, abbiamo individuato un clima generale attorno all’Ente che risentiva di infiltrazioni estremamente importanti da parte della criminalità organizzata. Le infiltrazioni, quando ci sono, tendono a distruggere proprio il Comune al di là dell’eventuale collusione, che accerterà nel caso la magistratura, tra i dipendenti dell’Ente e la criminalità organizzata. Al nostro insediamento il Comune era già in dissesto finanziario dichiarato due anni prima. Nel bilancio c’era un deficit strutturale di 10,4 milioni di euro. L’esame degli andamenti dal 2013 ad oggi da noi visionati ha fatto emergere due dati incredibili:  in media ogni anno non viene pagata dalla cittadinanza di Marano la tassa sulla Tari (la tassa sulla spazzatura ndr.) per 5 milioni di euro e questo si ripercuote in maniera impressionati. Dal 2013 al 2022 sono stati evasi 45 milioni di euro di tari. Poi c’è l’evasione media annua accertata per la bolletta dell’acqua è di circa 2 milioni di euro. L’emergenza Covid ha acuito questa situazione già drammatica. A pagare sono state le solite persone, che l’hanno fatto anche per gli evasori. Inoltre i percettori del reddito di cittadinanza non sono stati mai impiegati in nessuna tipologia di lavoro a beneficio della città. Addirittura, appartamenti che venivano dati a custodi delle scuole per mansioni che non erano comunali».

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Una situazione di caos…

«Esattamente. Ricordiamoci anche dei pensionamenti dei dipendenti con un depauperamento del personale interno al Comune, assenza di dirigenti, pochissimi figure di categoria D e C, le mancate assunzioni al Comune di Marano per 22 anni. Ci stiamo impegnando per eliminare situazioni incredibili e cioè fitti passivi pagati a scuole della stessa area di San Rocco sprovviste di agibilità, per dare una mensa ai bambini con redditi bassi, mettere lavorare i percettori del reddito di cittadinanza. Abbiamo messo in riequilibrio il bilancio nel primo anno con un lavoro devastante e certosino che ha consentito di assumere le prime 9 persone, con il bilancio di previsione ne assumiamo altre 17.

Quello che fa davvero paura e imbarazza è che Marano non è neppure indicata in nessun cartello stradale. Addirittura la rotonda su corso Europa è l’unica dove non c’è l’indicazione. C’era l’esigenza di ripristinare la legalità. Un Comune con 66 dipendenti e 23 vigili urbani a fronte di una popolazione di 60.000 abitanti comporta un’enorme difficoltà di ordine di pubblico e di monitoraggio del territorio. Vogliamo veder realizzata a Marano pienamente la democrazia e riaffermare la presenza dello Stato. I cittadini, che hanno ragione a essere arrabbiati per l’andamento generale delle cose, devono però alzare la testa superando l’attuale disillusione e credere che le cose possano cambiare rifiutando il circuito di illegalità e la condizione di sudditanza come ad esempio sull’approvvigionamento idrico. Con un controllo civico serio, ragionato e non urlato si può portare Marano fuori dall’attuale situazione. Se noi riducessimo, tra il 2023 e il 2024, l’evasione fiscale e rientrassimo non dei già citati 7 milioni di euro l’anno di mancato pagamento delle tasse ma anche solo della metà, la città avrebbe tutto per risollevarsi, potrebbe continuare a contrastare l’evasione e abbassare le tariffe. Vorrei aggiungere alcuni altri elementi sulla programmazione».

Prego

«Il Comune di Marano non aveva rinnovato l’iscrizione alla Stazione unica appaltante, la commissione si è impegnata a rifarla. Adesso andremo di nuovo a gara per l’immondizia, per il cui smaltimento paghiamo globalmente una somma superiore di 600.000 al mese, che fanno 7,2 milioni di euro (e, ricordiamolo di nuovo, con 5 milioni di euro di evasione della Tari). La raccolta differenziata è ferma al 42% molto meno rispetto ai termini di legge che è fissata al 63%. È come il Comune fosse stato organizzato per essere distrutto. Nessun segretario ha resistito più di 6 mesi e ciò determinava un imbuto nella gestione. Nessuno come noi ha trovato la soluzione di individuare le figure professionali della categoria D comunque presenti e che potevano dare una mano nei vari settori dell’Ente evitando Dunque, ricapitolando le principali direttici: iscrizioni alla Stazione unica appaltante ed esternalizzazioni della bollettazione e della riscossione dell’acqua, riscossione coattiva della Tari e dei tributi minori e nuova gara d’appalto per la gestione dei rifiuti. L’obiettivo è di realizzare tutto ciò entro 6 mesi dall’approvazione del bilancio».

Questione idrica: come è stato possibile arrivare in estate a una crisi con migliaia di persone a secco? Avete individuato le cause? Inoltre, è emerso che qualcuno abbia approfittato della situazione per lucrarci. Se dicessimo che c’è chi ha spinto affinchè l’emergenza dell’acqua scoppiasse, esagereremmo?

«La magistratura e i carabinieri si stanno occupando della faccenda. Va tolta la sudditanza psicologica della non esistenza e questo è difficilissimo. Tutti gli attacchi ricevuti dalla commissione sono finalizzati a determinare il fatto che nessuno, come invece al contrario stiamo facendo, potesse risolvere il problema della fornitura idrica. La vendita dell’acqua, che forse addirittura viene captata da situazioni di illegalità sul nostro acquedotto, probabilmente sono la fonte della non risoluzione del problema in passato. Quando siamo arrivati, nel 2021, ogni settimana dovevamo disporre interventi di somma urgenza per fare lavori all’acquedotto. Per 8 mesi si è affidato il servizio di manutenzione idrica a una ditta esterna. Il 13 agosto del 2021 una riunione con la Regione Campania ci ha consentito di scoprire dei rivoli di finanziamento regionali mai utilizzati costruendo una due diligence chiedendo una sola cosa: rifare l’impianto idrico di Marano tirando fuori circa 5 milioni di euro dal bilancio, cifra che permetterà di fare le gare ed entro un anno di effettuare i lavori strutturali per tutti gli impianti di sollevamento della città. Tutti si riempiono la bocca mentre questa commissione ha trovato le risorse. Poi si è aggiunta la questione dei guasti alla rete elettrica che faceva saltare i pompaggi».

Il peggio è passato?

«Le prime evidenze strutturali del lavoro potremmo averle tra gli 8 e i 12 mesi a seguito dell’approvazione del bilancio. Tra un anno, mi sento di poter dire, che l’acqua non sarà più una delle problematiche. Sicuramente potremmo ancora avere delle perdite idriche nelle condotte, sperando che si realizzi l’ambito regionale, ma è sicuro che gli impianti dell’acqua saranno tutti funzionanti e a norma. Voglio anche sottolineare che alcuni cittadini hanno detto al sottoscritto e ai carabinieri di quanto è accaduto sull’approvvigionamento idrico tramite pagamento ai privati e questo è positivo. Ad oggi tutti a Marano hanno l’acqua, sappiamo però che nelle zone collinari qualche piccolo problema permane. Ricordiamo anche che l’ente ha un regolamento per il quale se il Comune non riesce a portare l’acqua, la cittadinanza si deve in buona sostanza attrezzare da sola, compratevi i serbatoi, compratevi l’acqua: una cosa inconcepibile nel 2022. Niente giustifica l’evasione delle tasse ma è ovvio che noi non possiamo chiudere l’acqua perché è un bene primario e anche far pagare a tutti le nostre inefficienze».

A che punto siamo con il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata? Dove sono ubicati e ci sono difficoltà a riassegnarli?

«Lì la commissione straordinaria ha dato l’impulso più grande alla città di Marano operando un cambiamento della gestione. Dal 2008 importantissimi beni appartenuti ai clan non erano mai stati presi in carica né affidati alle associazioni. Si è fatto un censimento e grazie a un decreto dell’Agenzia dei beni confiscati siamo riusciti ad acquisire altri 139 beni – siamo intorno in tutto ai 350 beni – per ridarli alla cittadinanza. Il bene simbolo è quello dell’azienda Sime, collegata ai Simeoli, che sicuramente sarà affidato alla scuola di San Rocco. Anche su una struttura come la masseria Galeota ci stiamo muovendo riprendendo tutte le carte dal 2004 ad oggi e sicuramente attenzioneremo la Procura della Repubblica su questa situazione. Attraverso una Dichiarazione di inizio attività (Dia) si sono costruite cubature impressionati. Non solo: stiamo verificando se possiamo riprenderci la masseria, in bilancio è stato stanziato 1,2 milioni di euro per realizzare al suo interno una scuola materna. È una sfida difficilissima però con pazienza possiamo raggiungere questo risultato. Vogliamo istituire un partenariato pubblico-privato per i bandi relativi alla gestione dei beni confiscati alla criminalità. I tempi della normativa in materia sono leggermente complessi da gestire, dobbiamo creare delle professionalità per garantire trasparenza per non ridare i beni confiscati alle organizzazioni criminali. Che poi ci siano pressioni aperte, è un dato di fatto ma occorre che il Comune sia ancora più attrezzato e parte delle nuove assunzioni previste sarà destinato proprio alla gestione dei beni confiscati».

Strade colabrodo, illuminazione carente specialmente in alcune zone. Come state agendo?

«Sull’illuminazione andremo a gara Consip (la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana ndr.) per sostituire i vecchi impianti con dei nuovi risparmiando dei soldi. Sulle strade dissestate, fortunatamente ci sono cittadini che non urlano ma che fanno segnalazioni serie. Con un’organizzazione complessa grazie a professionisti del Comune e alla Polizia municipale stiamo cercando di intervenire anche su questo aspetto. L’obiettivo, anche qui, è ottenere dei finanziamenti. Se ogni anno si spende 500.000 euro per la manutenzione delle arterie stradali, con fondi a disposizione i soldi utilizzati i ripari possono essere utilizzare per riattivare le mense scolastiche, gli impianti sportivi. Se si mettono pezze a colori per le buche ma non si aggrediscono i problemi, la risoluzione non avviene mai».

Altra piaga i trasporti: giungere alla stazione della metropolitana più vicina, quella di Chiaiano e anche scendere da lì arrivando alla cittadina, appare proibitivo. Attualmente ci sono 162 e il 165 dell’Anm e una linea ex Ctp ora Eav transitanti in città. Come in passato è previsto l’implementazione del servizio dei privati?

«Il Comune non ha soldi per finanziare il trasporto pubblico e questa è una delle cose che vogliamo portare all’attenzione della Regione Campania consentendo a porzioni di territorio di poter usufruire del trasporto pubblico locale. Pur non potendo intervenire, noi non blocchiamo nessun privato che intenda mettere in campo un servizio di trasporto. Come detto: noi partiamo ogni anno con -7 milioni di euro su una spesa potenziale di 64 milioni di euro dei quali 41 milioni diventano spese di competenza e all’interno ci sono spese vincolate per la stessa sussistenza dell’ente per erogare i vari servizi e quindi non c’è la possibilità per il Comune per intervenire sul trasporto pubblico locale».

Marano è un Comune sciolto svariate ore per ingerenze della criminalità organizzata. Il tessuto della città è stato assoggettato a vari clan e anche molti dipendenti comunali, secondo quando emerso sarebbero da ricondurre a soggetti in odore di camorra. Sembra impossibile invertire la tendenza?

«Quando un anno fa noi tre della commissione straordinaria abbiamo ricevuto la busta con i proiettili, è stato evidente che il tentativo era quello di non farci lavorare in maniera serena. Oltre al dispiacere però, non ci siamo fatti intimidire. Il compito di una commissione come la nostra è quello di rendere un Comune trasparente quanto più possibile, far emergere la legalità con bandi di gara non inquinati arrivando a una gestione pulita, riportare i dipendenti a fare gli operai, così come abbiamo fatto con quei dipendenti tornati a lavorare e non più a controllare come la ditta di notte smaltiva i rifiuti, dato che già esiste un servizio esterno che l’ente paga dedicato a questo scopo. Abbiamo, su questo comparto, denunciato alle autorità competenti la sparizione nel nulla di 8 compattatori di proprietà comunale utilizzati per la raccolta dei rifiuti. E, ancora, togliere anche le case a persone riconducibili a certi ambienti, vuol dire eliminare quelle situazioni che possono far pensare che vi sia una accondiscendenza da parte delle istituzioni rispetto alle pressioni territoriali. Questo è il lavoro della commissione che mette a disposizione della magistratura, dei carabinieri, degli inquirenti e potendo contare sul sostegno completo della Prefettura, per eliminare quanto va eliminato. Ripeto, la situazione è difficile ma noi 3 siamo coesi ed eravamo pronti ad affrontare una situazione difficilissima come quella di Marano».

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Antonio Sabbatino
Antonio Sabbatino
Iscritto all'Albo dei pubblicisti dall'ottobre 2012, ho sviluppato nel corso degli anni diverse competenze frutto dell’esperienza sul campo in ambito politico, sociale e di cronaca, sia bianca che nera. Sono stato conduttore radiofonico di programmi musicali presso Radioattiva, radio web napoletana e redattore e collaboratore di diverse testate online. Attualmente sono inviato per il quotidiano Roma, il più antico giornale napoletano, di InterNapoli.it che rappresenta una delle realtà più dinamiche del panorama giornalistico napoletano, campano, la neonata testata Tell che approfondisce i grandi temi politico-sociali a più livelli e Comunicare il Sociale rivista specializzata di Terzo Settore.
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