Antonino Di Lorenzo è la settima vittima di camorra da inizio 2009. L’omicidio di Di Lorenzo è stato accertato poche ore quello di Gennaro Sorrentino sull’asse mediano tra Melito e Casandrino e di Domenico Gargiulo, trovato morto a Scampia. Antonino Di Lorenzo, detto o’ lignammone, di 53 anni stava tornando nella sua abitazione, quando è stato raggiunto dai killer che lo hanno crivellato di proiettili davanti al cancello di casa. A sentire i colpi i parenti che hanno dato l’allarme.
Ma per l’uomo non c’era più nulla da fare. Di Lorenzo, era stato coinvolto negli ultimi due anni in molte inchieste e arresti per traffico di droga. Gli inquirenti gli assegnavano un ruolo da regista nella produzione di marijuana. Era considerato il signore dei narcos, a capo di una organizzazione in grado di inondare il mercato illegale di stupefacenti, rifornendo piazze di spaccio da Castellammare a Sorrento. Da alcuni mesi era tornato libero ed aveva l’obbligo di dimora a Casola. Pluripregiudicato con diversi precedenti per droga, è stato freddato a colpi di arma da fuoco praticamente sotto casa. Conosciuto con il soprannome «’o lignammone», era ritenuto dall’Antimafia l’attuale boss delle piantagioni di canapa indiana.
Prima di Di Lorenzo, Sorrentino e Gargiulo, le pagine di cronaca nera erano state tinte dal sangue di Giuseppe Orlando, cognato di Francesco Favella ‘o ceccio (storico luogotenente dei Moccia), giustiziato in via Milano ad Afragola a fine marzo.