“Vedi che noi dobbiamo avere il regalo perché tu non hai pagato niente questa estate, in quanto hai l’ormeggio abusivo, ora è Natale e vedi come devi fare per portare il regalo prima di Natale“. Queste le testuali parole, riportate in sede di denuncia, che qualche settimana fa hanno messo di nuovo neo guai Massimiliano Esposito, reggente dell’omonimo gruppo di Bagnoli.
L’inchiesta è incentrata sulla denuncia di un noleggiatore di Nisida che sarebbe stato ‘convocato’ a casa del boss di via Di Niso e minacciato da ‘o scognato. C’è attesa per il risultato del Riesame (presentato dai legali di Esposito, gli avvocati Rocco Maria Spina e Claudio Davino) anche se gli elementi al momento raccolti dalla Procura sembrerebbero inchiodare ‘o scognato.
Il racconto della vittima
L’imprenditore ha raccontato agli agenti della squadra mobile cosa accadde: ”Tutto nasce nel 2011, quando nell’estate del 2010, ritirai un gommone in permuta per conto dell’azienda della quale ero titolare, ovvero la M.M. Il gommone era valutato tra i 70 ed i 75mila euro ed il proprietario era una persona soprannominata “pippetta” (Giuseppe Montanera ras degli Scissionisti ndr) della zona di Secondigliano, così come diceva lui. So che dopo un poco che mi diede il gommone in permuta fu arrestato, lo appresi dal giornale e, successivamente, venne un suo amico a dirmelo. Da quello che so era stato accusato di un omicidio; appresi che si trattava della morte di un giovane innocente che stava andando a giocare a calcetto. Nel frattempo il gommone fu venduto ed avevo anche procurato la barca che mi era stata chiesta da pippone sulla base di quello che mi aveva commissionato. Dopo qualche mese, nella estate del 2012, fui avvicinato da alcune persone che si dichiararono essere amici di “pippone” che mi chiesero i soldi del gommone, perché con ogni probabilità, gli sarebbe confermato l’ergastolo e quindi la barca non sarebbe stata più ritirata. Io risposi che dopo che avevo venduto la barca sarei stato disposto a restituire l’importo del gommone permutato. I giovani risposero che avrebbero aspettato. L’incontro quindi si chiuse in maniera serena. Anzi, ricordo che comunque riuscii a dargli 7/8000 euro”.
L’azienda in seguito fallì, la barca non fu mai ritirata ed ecco che tempo dopo si presentò prima un emissario da Scampia e successivamente, molti anni dopo, lo stesso Esposito che avrebbe convocato l’uomo presso la sua abitazione: ”Esposito insistette che dovevo restituire 30/40 mila euro a questi soggetti. Io feci capire chiaramente a Massimo che non avevo la possibilità di restituire tutto questo danaro anche perché la società era fallita. In quella occasione mi chiese di dargli un gommone in modo da poter bilanciare il debito, ma io risposi che la società per la quale collaboro è di mia figlia per cui non potevo disporre in tal senso. Esposito Massimiliano, a conclusione, mi disse che ci saremmo rivisti dopo 20/30 giorni, ma io ho ribadito che più di 1000/1500 euro al mese non potevo dare. Voglio rappresentare che, durante il colloquio con Esposito Massimiliano, mi sentivo intimorito perché il suo nome nella zona di Bagnoli è molto conosciuto come persona abbastanza cattiva. Non ho visto più nessuno fino agli inizi di dicembre quando fui avvicinato mentre stavo camminando in macchina a Bagnoli da un giovane appiedato, diverso dai primi due, che mi disse che Massimo mi stava cercando da un poco di tempo e quindi mi invitò ad andare a casa sua verso le 13 di un giorno qualunque purchè a stretto giro di tempo. Cosa che io feci il 21 dicembre quando mi recai nella stessa abitazione dove andai la prima volta e li incontrare Massimo che era in compagnia della moglie, una ragazza che non conosco, diversa da quella della prima volta, ed un uomo che stava effettuando dei lavori in casa. Immediatamente mi riproverò di non avermi più fatto vedere con un tono per dire “pesante” e quindi aggiunse che le persone di Secondigliano volevano i soldi che servivano per gli avvocati. lo ribadì che più di 1000/1500 euro al mese non potevo restituire e lui disse che “quelli” non potevano aspettare, intimandomi di trovare una soluzione veloce per la restituzione del danaro. Vistosamente si amareggiò, mi accompagnò sull’uscio della porta di questa abitazione ed in quella occasione mi disse “vedi che noi dobbiamo avere il regalo perché tu non hai pagato niente questa estate, in quanto hai l’ormeggio abusivo, ora è Natale e vedi come devi fare per portare il regalo prima di Natale”