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sabato, Aprile 20, 2024
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Omicidio aggravato dalla crudeltà, i 3 minori in lacrime: “Colpito forte per paura, perdonateci”

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Il gip del Tribunale per i minori di Napoli Pietro Avallone ha convalidato il fermo dei tre minorenni accusati dell’omicidio della guardia giurata Francesco Della Corte, e ha emesso nei loro confronti ordinanza di custodia in carcere. I reati contestati ai tre minorenni sono di omicidio volontario e tentata rapina.

Gli indagati hanno risposto alle domande del Gip

I tre indagati, tutti del quartiere Piscinola dove avvenne il pestaggio che ha provocato poi la morte del metronotte, hanno risposto alle domande del giudice durante l’interrogatorio di garanzia che si è svolto stamattina. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, basata anche sulle ammissioni degli indagati, a partecipare all’aggressione ai danni della guardia giurata – alla quale avevano l’intenzione di sottrarre la pistola – sarebbero stati in due, mentre un terzo era defilato a poca distanza dal luogo dell’aggressione.

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Le lacrime

I tre ragazzi hanno pianto davanti al giudice, chiedendo perdono per quanto fatto. A tre giorni dall’arresto, forse si sono resi conto a pieno di quanto commesso. Venerdì sera sono stati fermati dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli, incastrati dalle immagini di una telecamere e da intercettazioni telefoniche, con l’accusa di essere gli autori dell’omicidio, che come scopo aveva la rapina della pistola d’ordinanza dell’uomo che avrebbero rivenduto a 600 euro. Hanno confessato già davanti agli agenti e lo hanno fatto anche questa mattina davanti al giudice. Solo il 15enne, considerato il capo del gruppetto, ha parzialmente cambiato la versione resa 48 ore prima. Aveva detto, con suo padre presente, di essere stato lui a ideare il tutto, lui a prendere un piede di legno di un tavolo trovato in un bidone della spazzatura e a colpire alla testa il 51enne che aveva appena finito il suo turno di lavoro alla metro. «Ho fumato uno spinello e poi ho deciso di aggredire quell’uomo, lo volevo solo picchiare», aveva detto.

«Abbiamo picchiato forte»

Oggi uno dei tre ragazzi, L. ha coinvolto anche i suoi amici: «Anche loro erano d’accordo con me. Io e K. abbiamo preso due bastoni e li abbiamo scagliati contro la guardia giurata. Io l’ho colpito tre volte e K. lo ha colpito due volte. L’altro nostro amico, C., era più distante e non ha partecipato all’aggressione anche se era d’accordo con noi». Ha colpito forte perché non voleva più farlo rialzare da terra: «Temevo che poi dopo mi riconoscesse e allora non abbiamo preso la pistola che aveva nello zaino perchè abbiamo visto il sangue e ci siamo spaventati».

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