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venerdì, Luglio 4, 2025
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Omicidio fuori al carcere, carcere a vita confermato per il ras dell’Alleanza di Secondigliano

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Gennaro De Roberto pagò con la vita quel doppio smacco al proprio clan di appartenenza. Non soltanto era pronto a compiere il salto in corsa, transitando nelle fila degli emergenti Longobardi-Beneduce di Pozzuoli, ma si era anche rivolto con parole oltraggiose al figlio del boss Raffaele Bellofiore. La camorra non ci mi mise molto a presentargli il conto e ad ucciderlo. Era il 25 settembre del 1996 quando un commando lo attese all’esterno del carcere di Secondigliano, dov’era detenuto in regime di semilibertà, e lo uccise senza alcuna pietà. La Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo per i due ras imputati per quel delitto ossia Francesco Avolio detto ‘Tyson’ 43 anni e suo zio Gennaro Trambarulo, esponente di punta dell’Alleanza di Secondigliano. Le indagini sul movente e sugli autori del delitto De Roberto, dopo anni di ‘nebbia’, arrivarono a un punto d’approdo grazie alle ultime dichiarazioni rese dai pentiti del cosiddetto ‘gruppo misto’, cioè l’ex cartello Licciardi-Sacco-Bocchetti di Secondigliano, all’epoca alleato con il sodalizio Sebastiano-Bellofiore, attivo invece nell’area flegrea.

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