E’ sotto stato di choc, a stento riesce a parlare con gli avvocati Salvatore Sannino, il 19enne accusato dell’omicidio di Nicola Mirti, avvenuto domenica pomeriggio a Varcaturo. Il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha convalidato il fermo con l’accusa di omicidio volontario, ma ha escluso l’aggravante dei futili motivi. Sannino non rispose alle domande del Pm durante l’interrogatorio, non ha fornito dettagli in merito all’aggressione nè ai motivi.
Gli investigatori stanno analizzando anche i telefonini cellulari della vittima e dell’arrestato e le testimonianze dei presenti al lido Palma Rey. Inoltre gli inquirenti stanno passando al setaccio le immagini del sistema di videosorveglianza della struttura balneare.
I due ragazzi si conoscevano da tempo, frequentavano la zona delle palazzine di Mugnano. La pista dello screzio dovuti a questioni di droga sembra lasciare spazio ad un’altra ipotesi: Sannino sarebbe stato vittima di una violenta aggressione, a scopo di rapina, avvenuta nove mesi da parte di un gruppo di ragazzi lo scorso settembre e pare che tra questi ci fosse proprio Nicola Mirti. Una rapina che è stata anche denunciata dalla vittima, poiché sfociata anche in un ferimento grave, tant’è che Sannino ancora oggi porta i segni di quel terribile giorno: una cicatrice che va dal petto alla milza, che per poco non gli costò la vita. Da allora Sannino gliele avrebbe giurate e domenica avrebbe colto l’occasione per vendicarsi, sferrando due pugnalate mortali nei confronti di Mirti, morto dopo poco in ospedale. Gli investigatori vogliono vederci chiaro per capire se effettivamente quella avvenuta lo scorso settembre sia stata una rapina o una lite finita male.