Due ergastoli cancellati. Questa la decisione presa questa mattina dalla Corte d’Assise d’Appello di Napoli (I sezione presidente Maria Alaya) per i presunti mandanti ed esecutori dell’omicidio di Mario Perrotta avvenuto nel 2012 (nell’ambito della terza faida di Scampia). Alla sbarra c’erano Giuseppe Montanera (all’epoca uno dei reggenti degli Abete-Abbinante), Armando Ciccarelli e Vincenzo Brandi. I tre furono arrestati nel luglio del 2019: le indagini, fondate soprattutto su dichiarazioni di collaboratori di giustizia e intercettazioni, consentirono alla Procura di ricostruire mandanti ed esecutori materiali del delitto. Perrotta, ritenuto vicino ad un narcotrafficante del clan Leonardi, venne assassinato da uno dei gruppi di fuoco del clan Abete-Abbinante, in quanto individuato come obiettivo alternativo a Pietro Maoloni, di cui era ritenuto erroneamente un collaboratore, visto che se ne era già allontanato da tempo.
Due ergastoli cancellati per Ciccarelli e Brandi
Rispetto alle condanne rimediate in primo grado dai tre imputati il quadro è cambiato. In accoglimento delle richieste avanzata dal collegio difensivo, per Ciccarelli l’avvocato Luigi Senese e l’avvocato Renato D’Antuono, per Brandi l’avvocato Dario Carmine Procentese, per Montanera l’avvocato Vincenzo De Rosa, il giudice ha rideterminato la pena in trent’anni di reclusione per Ciccarelli e Brandi (rispetto al carcere a vita del primo grado) mentre ha confermato la pronuncia assolutoria già resa in primo grado a carico di Montanera. Il grande accusatore dei tre a processo è stato il collaboratore Giuseppe Ambra che raccontò ai magistrati la genesi e l’esecuzione materiale dell’omicidio avvenuto in un garage a Marianella.