Emergono particolari inquietanti dall’ordinanza di custudia cautelare che ha portato all’arresto di Roberto Mazzarella, 47 anni, e Clemente Amodio, 45 anni, colpevoli di essere i responsabili dell’omicidio di Antonio Maione avvenuto il 15 dicembre 2000 all’interno di una salumeria a San Giovanni a Teduccio. Maione fu ammazzato perché colpevole di essere il fratello di Ivan, autore dell’assassinio di Salvatore Mazzarella: a compiere quell’omicidio fu Clemente Amodio, coadiuvato da Roberto Mazzarella, ritenuto anche mandante. Ad affermarlo sono diversi collaboratori di giustizia tra cui Tommaso Schisa che ha svelato anche il tentativo di vendicarsi da parte del figlio di Maione, che all’epoca dell’assassinio del papà era da poco venuto al mondo. Per farlo aveva scelto di ammazzare il figlio di Roberto Mazzarella, ma qualcosa andò storto.
La nonna di Schisa, Gabriella Piscopo era la sorella di Maria Piscopo (entrambe decedute) e la madre era, dunque, la cugina di Antonio Maione. Proprio dalla madre, Luisa De Stefano, ha appreso della volontà di Fiore Maione di ammazzare il figlio di Roberto Mazzarella.
Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Tommaso Schisa
“L’anno 2017-2018, se non ricordo male, io ero detenuto, il figlio di Antonio Maione, Fiore, la cui madre abita ai quartieri Spagnoli, è andato a San Giorgio a Cremano, armato con una pistola 357 magnum, che era la mia e che era detenuta a Ponticelli, a casa di mia madre in Rione De Gasperi, per sparare al figlio di Roberto Mazzarella, di cui non ricordo il nome, proprio perché mia madre e la sua nonna avevano spiegato a Fiore che il MAZZARELLA era tra gii autori dell’omicidio.
Lo hanno trovato, ma il figlio di Roberto se ne è accorto e subito dopo, o la stessa sera o il
giorno dopo, è andato ai Rione De Gasperi con altri soggetti, a bordo di 4-5 motorini, e ha
accoltellalo al braccio lo stesso Fiore”.