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giovedì, Aprile 25, 2024
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Omicron 5, boom di contagi anche in Campania: sintomi e periodo di incubazione

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In Italia, la recente risalita dei contagi del virus Covid sta creando allarme. Tra le motivazioni alla base di questo trend c’è anche una maggiore contagiosità della nuova variante Omicron. “Che è come se fosse un nuovo virus e per questo buca i vaccini che non sono aggiornati”. Ma che restano “uno strumento fondamentale per proteggere dalle forme gravi della malattia”. Queste le parole del direttore generale dell’Ospedale Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, in un’intervista al Corriere della Sera.

Le parole di Vaia su Omicron 5: “Chi parla di Lockdown sbaglia

Secondo Vaia, dunque, le cause dell’attuale situazione epidemiologica “non sono semplicisticamente riconducibili” ai concerti o alle partite di calcio, eventi “a cui la gente ha diritto”. Anche per questo motivo “chi parla di nuovo lockdown sbaglia”, perché “il Paese deve andare avanti, mai tornare indietro”. E non è necessario nemmeno preoccuparsi troppo. “Allo Spallanzani non vediamo più polmoniti interstiziali così come non vediamo più giovani in reparto. Se a fine gennaio avevamo 218 pazienti ordinari e 37 in terapia intensiva, molti con casco e ventilazione, il 30 giugno i ricoverati erano 106 e 12 in rianimazione. Un tasso di ospedalizzazione non elevato se rapportato al numero di contagi”, ha spiegato ancora Vaia. La maggior parte dei pazienti ricoverati, attualmente, è “over 70 con comorbidità, molti dei quali non avrebbero neanche bisogno di stare in ospedale”, ha aggiunto ancora l’esperto. (Sky Tg24)

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I sintomi e i tempi di incubazione della nuova variante

Nei soggetti che non hanno malattie pregresse – precisa Claudio Mastroianni, direttore di malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma e presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali – il virus colpisce per lo più le alte vie respiratorie, si manifesta con febbre elevata, mal di gola, diarrea e un senso di spossatezza marcato. Nei pazienti immunocompromessi, invece, osserviamo ancora polmoniti“. La perdita di gusto e olfatto e l’interessamento alle basse vie respiratorie sono meno frequenti. Ma la sintomatologia dipende, come sempre, dai singoli soggetti. “La differenza più sostanziale – precisa Mauro Pistello, ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all’Università di Pisa e vicepresidente della Società italiana di Microbiologia – si osserva soprattutto nel periodo di incubazione che intercorre tra contagio e comparsa dei sintomi. Mentre prima era di circa due settimane, e a volte anche più, ora si arriva al massimo a due-tre giorni“. Omicron, infatti, essendo molto trasmissibile, replica più rapidamente nelle alte vie respiratorie.

 

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