A Milano si avvia a conclusione il processo di primo grado Hydra. Si tratta dell’inchiesta condotta dai carabinieri su quella che da 2 anni la Direzione distrettuale antimafia ritiene un “sistema mafioso lombardo”. Tesi confortata in sede cautelare dal Tribunale del Riesame e dalla Cassazione a ribaltamento dell’iniziale rigetto degli arresti da parte del Gip. Dunque ieri sono state richieste condanne a 5 secoli di carcere per i primi 77 imputati che hanno scelto il rito abbreviato.
Secondo gli inquirenti esiste un’associazione mafiosa nella quale i singoli partecipi sul territorio tra Milano e Varese avrebbero trasferito nel sodalizio orizzontale tutti i tratti tipici delle associazioni di provenienza ‘ndrangheta calabrese, mafia trapanese-catanese con propaggini gelesi, e camorra romana.
La decisione sul processo Hydra
Il procuratore della Repubblica Marcello Viola ha voluto essere presente, nell’aula bunker del carcere di Opera, al momento finale delle richieste formulate dei pm Alessandra Certi e Rosario Ferracane al giudice dell’udienza preliminare Emanuele Mancini. La decisione arriverà tra la fine dell’anno e l’inizio del 2026.
Come riporta il Corriere della Sera, le richieste di pena più elevate sono 20 anni a Filippo Crea e Giuseppe Fidanzati e Massimo Rosi, 18 anni a Bernardo Pace (14 al fratello Domenico) e Giacomo Cristello e Giuseppe Pizzata, 16 anni a Rosario Abilone e Sergio Sanseverino e Antonio Grasso, 12 anni a Giuseppe Romeo e Daniela Sangalli. Altri 59 imputati hanno scelto il rito ordinario, infatti, su di loro il giudice dovrà decidere il rinvio a giudizio o meno, e 11 puntano al patteggiamento.


