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venerdì, Aprile 19, 2024
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Pentito chiama il boss di camorra ‘femminello’ e lui lo querela in aula. VIDEO

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E’ la sera del 10 agosto del 2000. Nella macchina parcheggiata sotto casa a Pianura, due ragazzi ascoltano musica. Il padre di uno di loro, dalla finestra aperta sente dei colpi e crede siano i fuochi d’artificio di una festa paesana. Il fuoco è, però, quello dei kalashnikov. Sceso in strada non gli resta che tentare invano di soccorrere i ragazzi. Dopo anni di indagini il 19 gennaio 2006, a Napoli, inizia il processo in Corte d’Assise parte del quale è stato filmato dalla trasmissione ‘Un giorno in Pretura’ .

Luigi Pesce ha confessato i due omicidi e ha patteggiato 18 anni di carcere, inoltre è diventato collaboratore di giustizia. L’uomo ha rivelato in aula gli episodi estorsivi condotti per conto dal clan ai danni degli imprenditori di Cercola e San Sebastiano al Vesuvio. La testimonianza in aula riguarda anche Benito Balestrieri: “Fosse un ex amante di Luigi Mele di tanti anni fa: quello è femminello, è ricchione”.

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Luigi Mele, accusato di appartenere al clan Marfella, in aula rilascia una dichiarazione spontanea dalla barella: “Il collaboratore Pesce si è permesso di darmi del pervertito. Mi ha attribuito relazioni omossessuali e quant’altro di lurido e sporco. – e si rivolge alla corte – Sono certo che lei eviterà che alla mia persona e alla mia famiglia vengano rivolte altre offese e ingiurie”. Mele incarica l’avvocato di denunciare Luigi Pesce per ingiuria e diffamazione.

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