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venerdì, Marzo 29, 2024
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Pentito dei Vastarella picchiato in una discoteca a Giugliano, così iniziò la sua carriera criminale

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Il pentito Rosario De Stefano ha fatto luce su diversi retroscena riguardanti la guerra tra i Vastarella e i Sequino. De Stefano, come ricordano i magistrati nell’ordinanza di custodia cautelare che ha sgominato l’altro giorno il clan della Sanità,  è uomo “nato e cresciuto alla Sanità”, dedito in prevalenza a reati contro il patrimonio con trascorsi criminali nelle fila del clan Vastarella nel periodo risalente alla fine degli anni ’90 e, da ultimo, vicino al clan Lo Russo per il quale ha svolto il ruolo di specchiettista nell’omicidio di Pierino Esposito (con sentenza n. 1081/17 è stato condannato alla pena di anni 20 di reclusione).

Raggiunto nel settembre 2016 dalla ordinanza di custodia cautelare in data 13 ottobre 2016, ha maturato la scelta di collaborare con la giustizia.  Oltre ad ammettere le sue responsabilità in relazione alla vicenda omicidiaria per la quale era stato indagato a seguito delle dichiarazioni della sua ex compagnia De Musis Antonella e di Carlo Lo Russo, ha fatto luce su diverse altre vicende inerenti lo scontro in atto per il predominio sul quartiere Sanità.

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In particolare, le sue dichiarazioni hanno contribuito alla identificazione degli autori dell’omicidio di Gennaro Cesarano, vicenda per la quale sono stati condannati all’ergastolo Perfetto Ciro, Cutarelli Luigi, Torre Mariano e Buono Antonio.

Il suo patrimonio di conoscenze si è rivelato prezioso non solo rispetto ai componenti del clan Lo Russo, ma anche in relazione ai diversi clan operanti nel suo quartiere, avendo il predetto intrattenuto rapporti, sia in passato sia nell’attualità, con diversi esponenti anche di spicco della criminalità organizzata della Sanità.

Da ultimo le sue dichiarazioni sono state utilizzate emessa nei confronti di Genidoni Antonio ed altri affiliati del clan Esposito – Genidoni.

De Stefano ha intrattenuto rapporti con molti affiliati del clan Sequino e ha fornito importanti dettagli sul progressivo sfilacciamento dei rapporti con il clan Vastarella, riferendo dei cambiamenti registrati a seguito della scarcerazione di Patrizio Vastarella, la cui presenza alle Fontanelle determina un forte incremento delle attività del clan nel traffico di sostanze stupefacenti.

A riscontro di quanto già emerso dalle richiamate intercettazioni, il  collaboratore descrive le modalità di gestione del “sistema “ ovvero del pagamento dovuto ai vari clan per operare nel loro territorio di competenza; da qui la riferita ripartizione delle piazze di spaccio, alcune gestite direttamente dal clan – vedi quella di Esposito Gennaro detto gegé e Capobianco – ed altre rifornite dal clan stesso.

Dichiarazioni dettagliate che, dunque, riscontrano la già delineata esistenza ed operatività delle descritte organizzazioni criminali, confermando la ripartizione del territorio della sanità in zone sottoposte al controllo dei vari clan ivi esistenti. Tra questi appunto il clan Sequino ed il clan Vastarella cui fanno capo i traffici di sostanze stupefacenti nelle aree di loro competenza.

 

Nel verbale del 15 marzo 2017 De Stefano parla di Patrizio Vastarella: “E’ il capo dell’omonimo clan, di cui ho fatto parte anch’io e precisamente dal 1995 a seguito di una discussione che ebbi con una persona, tale Marcellino del clan Misso che mi percosse in una discoteca, forse il “My Toy” di Giugliano, perché io ero il cognato di Enzo Toscano appartenente al clan Vastarella; faccio presente che il clan Misso era un clan avverso a quello dei Vastarella; riferii dell’affronto ai Vastarella e segnatamente a Patrizio Vastarella a mio cognato Toscano ed a Enzo Staterini e fu proprio quest’ultimo che mi disse che avrei dovuto riguardarmi ed in quella occasione mi regalò una pistola calibro 7,65 bifilare con 13 colpi; pertanto conosco dal 1995 con certezza i vari membri del clan, da cui ricevevo una paga settimanale; uno dei primi delitti commessi da Patrizio Vastarella”. 

 

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