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martedì, Marzo 19, 2024
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“Pezzotto” oscurato per 1,5 milioni di utenti: maxi operazione all’alba

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“Pezzotto” spento per 1,5 milioni di utenti. Questa mattina la Polizia ha messo a segno un’operazione contro la pirateria audiovisiva finalizzata al contrasto del fenomeno delle IP TV illegali. I provvedimenti eseguiti in diverse città italiane hanno visto impiegati nell’operazione più di 200 specialisti provenienti da 11 Compartimenti regionali della Polizia Postale (Catania, Palermo, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Ancona, Roma, Cagliari, Milano, Firenze, Venezia) che operando sul territorio di 18 province, hanno smantellato la complessa infrastruttura criminale, sia sotto il profilo organizzativo che tecnologico.

Le indagini della procura hanno appurato l’esistenza di una complessa infrastruttura tecnologica; questa operava a livello nazionale ed era responsabile della diffusione via Internet della diffusione di prodotti di Sky; DAZN; Mediaset; Netflix.

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I signori del “pezzotto”: lo schema piramidale

Una importante “centrale” si trovava nella città di Messina; la sua disattivazione e sequestro ha fatto rilevare che essa gestiva circa l’80% del flusso illegale IPTV in Italia. L’associazione per delinquere si basa su uno schema piramidale e vede il sinergico operare di diversi soggetti; questi, pur non essendo personalmente noti gli uni agli altri, si legano stabilmente per costruire i vari tasselli della struttura illecita.

In tale modo, i contenuti protetti da copyright vengono, dapprima acquistati lecitamente, come segnale digitale, dai vertici dell’organizzazione (le c.d. “Sorgenti”) e, successivamente, attraverso la predisposizione di una complessa infrastruttura tecnica ed organizzativa, sono trasformati in dati informatici e convogliati in flussi audio/video, trasmessi attraverso una fitta intelaiatura criminale ad una rete capillare di rivenditori ed utenti finali, dotati di connessione internet domestica ed apparecchiature idonee alla ricezione (l’ormai noto “Pezzotto”).

Inoltre, le complesse indagini avevano messo in luce la presenza su Telegram, in vari social network e in diversi siti di bot, canali, gruppi, account, forum, blog e profili che pubblicizzavano la vendita, sul territorio nazionale, di accessi per lo streaming illegale di contenuti a pagamento tramite IPTV delle più note piattaforme. Le investigazioni si sono avvalse di complesse attività di analisi informatiche, documentali, riscontri bancari e servizi di osservazione ed appostamento. Nel corso delle perquisizioni è finito sotto sequestro numeroso materiale informatico; sotto chiave i server ed i dispositivi illegali utilizzati per le connessioni e le attività di diffusione dello streaming. Nelle abitazioni di alcuni degli indagati è stato sequestrato denaro in contante per decine di migliaia di euro ritenuto provento dell’attività illecita.

Stop al pezzotto: 45 indagati

Lo studio tecnico informatico estremamente approfondito della diffusione dei segnali in streaming effettuato dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania con il coordinamento del Servizio polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma ha consentito di individuare le sorgenti dalle quali viene distribuito il segnale piratato. Il pm ha contestato ai 45 indagati il reato di associazione a delinquere finalizzato alla commissione dei delitti di accesso abusivo a sistema informatico protetto da misure di sicurezza. L’ipotesi è di frode informatica aggravata dall’ingente danno arrecato e di abusiva riproduzione e diffusione a mezzo Internet di opere protette dal diritto di autore e opere dell’ingegno.

 

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