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venerdì, Aprile 19, 2024
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«Picchiato dal suo clan»: un presunto tradimento dietro il pestaggio del boss

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Una storia di pettegolezzi. Una storia che poteva portare ad un omicidio. E’ la storia delle voci messe in giro da Gaetano Marino sul conto della moglie del boss Arcangelo Abete e sui presunti tradimenti di quest’ultima. A raccontarlo ai magistrati è stato Gianluca Giugliano, attuale collaboratore di giustizia ma anche parente del boss’moncherino’:«Fu messa in giro la voce che Marino Gaetano aveva diffuso in giro la notizia che Abete Arcangelo era tradito dalla moglie, notizia non vera e che rientrava nel disegno di screditare la famiglia Marino. Tale voce determinò che due affiliati al gruppo Marino, Manganiello Roberto e Nocerino Ciro, picchiarono Marino Gaetano determinando la mia reazione in quanto ritenevo grave che esponenti della mia famiglia avessero picchiato il capo ed anche perché sapevo che il tutto era frutto delle bugie messe in circolazione dalla famiglia Abete. Vi era in atto quindi una contrapposizione sempre più forte tra la famiglia Marino e le altre famiglie di Secondigliano. Proprio in conseguenza di questo episodio io mi recai presso un ‘abitazione dove sapevo che si trovavano il Manganiello ed il Nocerino e tentai di ucciderli non riuscendovi solo perché la pistola si inceppò».

 

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