Diciamocelo: l’arrivo di Ancelotti sulla panchina del Napoli ha spiazzato tutti. No, dico, proprio tutti. Giornalisti, locali e nazionali. Tifosi, del Napoli e non. Tutti sono rimasti di stucco per il tam tam mediatico che ha portato, poi, al tradizionale tweet di De Laurentiis. “Benvenuto Carlo!”, e il piatto – mediatico – è stato servito. Ora dopo ora, la piazza napoletana si è ritrovata incastrata una sensazione strana e ambivalente. Cuore a pezzi per l’addio al Mister, Maurizio Sarri e sbigottimento per il colpo indiscusso del mercato calcistico, prima ancora che si siano aperte le danze. Sensazione che ancora ristagna sopra la città tifosa e impedisce sviluppi, in un senso o in un altro. Possiamo affermare una cosa – su tutte – con assoluta certezza: Carlo Ancelotti è uno dei migliori allenatori al mondo e lo stesso Napoli, in tutta la sua storia, non ha vinto nemmeno la metà dei trofei collezionati da Carletto. Il problema, a questo punto, è chiaro.
Problema: come pagare gli stipendi più alti di sempre?
Voglio essere perentorio e diretto nell’evitare giri di parole ed andare al nocciolo della questione. Il Napoli è una delle società calcistiche più sane dell’intero panorama italiano. I bilanci sono da tempo costantemente positivi e la compravendita dei calciatori solo raramente ha fatto registrare minusvalenze. Quindi possiamo affermare con certezza che non sarebbe un problema per De LAurentiis finanziare una campagna acquisti da 100-120 milioni di euro. Così da soddisfare, grosso modo, le richieste del nuovo allenatore stellato. Ma, prendiamo in esame due nomi che stanno infiammando il web nelle ultime ore: Benzema e Vidal. Il primo guadagna circa 8 milioni di euro, il secondo idem. Attualmente, i tre giocatori più pagati del Napoli sono Insigne, Hamsik e Mertens: 4 milioni e mezzo i primi due, 4 milioni il belga. Il problema, dunque è il seguente: in che modo si riuscirà a pagare – almeno – due stipendi top senza intaccare i bilanci societari e senza rompere gli equilibri dello spogliatoio? Lo scopriremo nelle prossime settimane, ne siamo certi.
