Un’infanzia negata dalla camorra. Da quel maledetto proiettile che si portò via un’anima innocente, quella di Annalisa Durante, 14 anni per sempre. La morte di quella ragazzina di Forcella fecero emergere allora come oggi le ferite di una Napoli bagnata col sangue degli innocenti. Una vicenda, quella di Annalisa, che fa male ancora oggi. Malissimo. Fondamentali per conoscere quella storia le pagine del libro ‘I diari di Annalisa’ della giornalista Matilde Andolfo, trascrizione dei diari della ragazzina:«Annalisa trascorre quel sabato sera tra i vicoli di Forcella, orgogliosa di mostrare a tutti il suo look con frangia e capelli lisci sulle spalle. Il gruppetto si divide: alcune ragazze vanno in pizzeria, altre preferiscono passeggiare». Intorno alle 22,50 il commando entra in azione: alcuni colpi partono dalla pistola di ‘o russ e uno di questi, accidentalmente, colpisce Annalisa alla testa, trafiggendole l’occhio e distruggendole il cervello. La ragazzina cade esanime al suolo, per sempre.
Al processo per quell’omicidio emersero tutti i retroscena di quell’agguato: la volontà del clan Mazzarella e del suo boss Vincenzo ‘o pazz di dare una lezione ai Giuliano di Forcella e al loro desiderio di rialzare la testa. Per la morte di Annalisa Durante Salvatore Giuliano è stato ritenuto colpevole e condannato a 24 anni in primo grado, pena ridotta a 18 in Corte d’Assise e infine nel 2008, secondo giudizio della Cassazione, aumentata a 20 anni di carcere. Per Annalisa il ricordo di un quartiere intero, un sogno infranto a soli 14 anni.