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giovedì, Aprile 25, 2024
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Racket a Melito, condanne per 26 imputati ma non c’è la mano pesante

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Sconti di pena, rispetto alle pene richieste, quelle emesse stamattina nel processo con rito Abbreviato contro ras, gregari e fiancheggiatori del clan Amato-Pagano. Protagonisti di una stagione fatta di estorsioni e richieste per conto del clan ad imprenditori e commercianti di Melito, episodi contenuti nell’ordinanza monstre che, nel giugno del 2021, portò ad una maxi operazione. Le indagini portarono alla luce l’esistenza di una forma di controllo pressoché totale del territorio melitese da parte del clan, grazie anche alla diretta partecipazione alle attività criminali del presidente dell’Aicast (prima ASCOM) di Melito, associazione rappresentativa di plurime categorie commerciali/industriali/artigianali operanti nella città che, proprio in virtù di tale ruolo, era nelle condizioni di favorire il clan attraverso i rapporti con commercianti e imprenditori. Proprio nella sede dell’associazione si sarebbero tenuti dei summit di camorra finalizzati a stabilire le strategie criminali da adottare.

Nella requisitoria furono invocati oltre due secoli di carcere dal Pm della Dda. Per Massimiliano Arico inflitti 5 anni (chiesti 6 anni e 3 mesi di reclusione); Sebastiano Aruta incassa 8 anni e 8 mesi (chiesti 12 anni e otto mesi); per Rosario Balido 4 anni di reclusione (chiesti 5 anni); per Salvatore Chiariello 10 anni di reclusione (chiesti 14 anni); per Claudio Cristiano inflitti 7 anni (chiesti 12 anni e 6 mesi); Domenico Di Girolamo incassa 6 anni (chiesti 8 anni); Luciano De Luca incassa 5 anni (chiesti 6 anni e 3 mesi); Maria De Luca incassa 6 anni (chiesti 8 anni); Domenico De Mase incassa 8 anni (chiesti 8 anni); Raffaele De Panicis incassa 8 anni e 8 mesi (chiesti nove anni); Giuseppe Liccardo incassa 5 anni (chiesti sei anni e sei mesi); Marco Liguori incassa 11 anni (chiesti 12 anni); Vincenzo Maglione incassa 5 anni (chiesti 7 anni e sei mesi); Gianni Marco Maisto inflitti 10 anni e 8 mesi (chiesti 14 anni ); ad Amedeo Manzo inflitti 6 anni e 6 mesi; Antonio Miliardi incassa 9 anni e 6 mesi (chiesti 14 anni); Fortunato Murolo incassa 8 anni (chiesti 10 anni); per l’ex presidente dell’Aicast Antonio Papa incassa 13 anni e 4 mesi (chiesti 16 anni), Giuseppe Pellecchia incassa 12 anni (chiesti 13 anni), Michele Riso incassa 6 anni (chiesti 10 anni); Salvatore Roselli inflitti 8 anni e 8 mesi (chiesti 12 anni e sei mesi); Andrea Severino inflitti 10 anni (chiesti 17 anni e sei mesi), Nicola Schiavone incassa 8 anni (chiesti sei anni e sei mesi); Sinistro Giuseppe incassa 9 anni e 4 mesi (chiesti 10 anni); Tortora Raffaele incassa 8 anni e 8 mesi (chiesti 12 anni e 6 mesi); Paolo Caiazza (collaboratore di giustizia) 9 anni e 4 mesi.

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Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Luigi SeneseCelestino Gentile, Rocco Maria Spina, Dario Carmine Procentese, Alessandro Caserta, Domenico Dello iacono

Il racconto del pentito sul ‘sistema Melito’

Tra i primi a parlare di quello che facevano i due il collaboratore di giustizia Paolo Caiazza che, accusò anche due vigili urbani:«Insieme ad un altro vigile girava per Melito per farsi pagare piccole cifre per lavori edili di piccola portata ma abusivi tipoun balcone. In questo caso il clan non chiedeva tangenti ma andavano i due vigili che si facevano dare 2-3mila euro. Lo stesso facevano per i lavori ai negozi, quelli di poco valore, 5-6mila euro. Noi non chiedevamo tangenti ma loro con la scusa che la docunentazione non era in regola si facevan pagare. Il vigile era in ottimi rapporti con Papa perchè era lui a dire ai vigili quale negozio stava per aprire. Papa sapeva delle aperture perchè i negozianti passavano da lui per le licenze». I due pubblici ufficiali, di propria iniziativa, ovvero su indicazione di Papa, nonchè di Salvatore Chiariello e Gianni Maisto, individuate le vittime, sollevavano in sede di sopralluogo delle irregolarità, senza procedere ad alcuna verbalizzazione, lasciando, tuttavia, intendere alle vittime che essi si muovevano per conto del clan ed indicando Antonio Papa quale persona che poteva risolvere la questione.

Gli incontri dei due vigili con esponenti del clan

Addirittura in una intercettazione di uno dei vigili con la compagna quest’ultimo si lamenta del comandante, reo, a suo dire di esporsi poco con i commercianti da taglieggiare:«Se tu vai da una parte quello pensa che è uno solo, se andiamo in due, quello ne vede due, e allora Gianntiell (Giovanni Marrone, ndr) non vuole comparire, non vuole, vuole o cocc ammunnat e buon… e allora la faccia ce la metti tu. Si nasconde, fa solo bu bu bu e poi non fa un cazzo». In realtà, nonostante tali ‘accortenze’, Marrone viene intercettato in più di un’occasione. In una in particolare racconta di aver incontrato Chiariello, elemento di primo piano del clan Amato-Pagano, conosciuto con l’appellativo di Boxer. Quest’ultimo si era raccomandato di seguire le nuove regole, ossia che per tutti gli affari doveva recarsi al vivaio. In particolare, nel corso di una conversazione registrata in data 7 maggio 2019, mentre si recavano all’appuntamento con esponenti del clan Marrone diceva a Boggia che Stefano Maisto lo aveva informato che era cambiato il “metodo”, ossia che potevano estorcere somme di denaro ai commercianti segnalati autonomamente, lasciando intendere agli stessi commercianti che alla criminalità melitese spettava un’altra somma da pagare:«Ha detto che ha cambiato metodo …Ha detto dopo che avete i cazzi vostri parlateci pure di noi».

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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