Il clan Licciardi avrebbe usato la sua forza criminale per svolgere l’attività di recupero crediti. In un episodio, il gruppo della Masseria Cardone si sarebbe rivolto agli alleati per recuperare un debito contratto da un calciatore di Pianura. Questa è l’accusa mossa contro il reggente Paolo Abbatiello, gli affiliati Luigi Esposito e Salvatore Sapio che avrebbero chiesto l’intervento di Carmine Esposito, esponente al clan di Bagnoli. La vicenda è emersa grazie alle intercettazioni disposte dalla Procura di Napoli, diretta da Nicola Gratteri.
Il racket del clan Licciardi e le minacce al calciatore
Il primo dicembre 2022, Carmine Esposito ha chiamato il debitore, in presenza di Luigi Esposito, per avere certezza sull’incasso in presenza.
Calciatore: Almeno almeno 20 giorni per il 21, 22 quello è… il 22 ti apparo 4500… tra una ventina di giorni.
Luigi Esposito: Ma mi puoi dare questa scadenza qua? Poi quando li appari frate… me li dai mancanti… questi quattro e cinque. Mi dai quattro e due (4200 ndr),
Carmine Esposito: Sta un impegno sta un impegno con gli amici nostri o frat e non possiamo tirarci indietro hai capito?
Calciatore: Allora eh almeno questi 300 te li posso dare martedì?
Luigi Esposito: digli va bene.
Carmine Esposito: vabbuò apposto ja.
Il 2 gennaio 2023 sarebbe arrivata la conferma del ruolo di Abbatiello nel racket. Infatti il reggente della Masseria Cardone confida a Sapio la sua insofferenza nei confronti di Luigi Esposito: “Bagnoli quello fatto che doveva portare i 4mila euro” e subito l’interlocutore risponde: “Eh! Mo mi è venuto a mente questo… quello del calciatore“.
Nella stessa conversazione Abbatiello avrebbe anche ordinato al suo fedelissimo di prendere contatti con Luigi Esposito per andare a incassare i soldi dal calciatore.
Paolo Abbatiello: E poi per il fatto di questi di Bagnoli… devi dire… ma sei andato?
Salvatore Sapio: Eh! Mo mi è venuto a mente questo… quello è un calciatore.
Il video del blitz contro il clan Licciardi
Stanotte i carabinieri dei Nucleo Investigativo di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere nei confronti di 19 persone, di cui 5 già detenute per altra causa tra cui il capo clan, invece altre 2 sono finite agli arresti domiciliari.
Il provvedimento è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 21 persone accusate – a vario titolo – di associazione di tipo mafioso, estorsioni, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, ricettazione ed evasione, reati aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
Stamattina alla conferenza stampa tenuta in Procura hanno partecipato il procuratore Gratteri, il procuratore aggiunto Sergio Amato, il generale Biagio Storniolo, comandante provinciale dei carabinieri di Napoli, e il tenente colonnello Antonio Bagarolo, comandante del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli.
Retata contro i Licciardi, tutte le accuse ed i nomi: controllo su case popolari, politica e racket

