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Racket negli ospedali di Napoli, parla Luigi Cimmino:«Imposi l’assunzione di mio figlio»

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Un sistema ben oleato. Capace di generare guadagni di capogiro. E’ il sistema che per anni ha inquinato gli ospedali di Napoli: un sistema fatto di racket e imposizioni svelato dall’ex boss del Vomero Luigi Cimmino da pochissimi giorni neo collaboratore di giustizia. «Ho deciso di cambiare veramente vita perché sono stanco», queste le prime parole di Cimmino, che già nel 2018 aveva annunciato di essere pronto a pentirsi per poi disattendere le promesse e ritrattare. Per gli inquirenti quello fu un vero e proprio ‘falso’ pentimento (leggi qui l’articolo). Cimmino ha iniziato parlando delle imposizioni del clan negli ospedali della zona collinare raccontando anche un inedito retroscena che riguarda suo figlio Diego, anch’egli arrestato nel maxi blitz di qualche mese fa.

Le estorsioni divise con i Lo Russo

«Delle estorsioni negli ospedali della zona collinare si è sempre occupato in prima persona e personalmente, per conto del mio Andrea Basile il quale prendeva e ritirava i soldi, periodicamente, presso tutte le imprese che operavano negli ospedali Monaldi, Policlinico, Cardarelli, Cotugno e Pascale che si occupavano sia della manutenzione delle strade, sia delle pulizie, della manutenzione dei giardini, della fornitura di televisori, dei servizi di lavanderia, della fornitura di latte. Per essere ancora più preciso i due referenti che per conto della camorra si occupavano di tutto ciò che riguardava gli ospedali e di tutte le connesse attività illecite erano, come ho detto, il Basile Andrea per conto del clan del Vomero ed un certo Giulio. mi pare, De Angioletti per il clan dei Capitoni, facente capo alla famiglia Lo Russo di Miano; nel dettaglio il Policlinico (collocato nella zona collinare) era appannaggio dei “Mianesi” e se ne interessava il De Angioletti; del Monaldi, del Pascale, del Cotugno e del Cardarelli sì interessava Andrea Basile, tuttavia so per certo che anche in tali ultimi ospedali il De Angioletti aveva suoi interessi».

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L’imposizione di un posto di lavoro per il figlio di Cimmino

Cimmino poi entra nel dettaglio raccontando di come lui e Basile avessero iniziato a taglieggiare due imprenditori: «Come ho detto, della gestione dei rapporti con gli imprenditori si interessava in prima persona Andrea Basile, io vi posso dire di essere stato in una unica occasione presso gli uffici della ditta di pulizie che aveva l’appalto prima della Romeo; non ricordo né il nome della ditta né il cognome deí due fratelli titolari, ricordo che erano due fratelli e che avevano l’ufficio in una traversa di fronte al Porto di Napoli; i due fratelli avranno avuto 55/60 anni; l’ufficio era ubicato in un palazzo al terzo piano e io ci andai in compagnia di Basile. Non ricordo se ci diedero 40 milioni o 40mila euro e due posti di lavoro di cui uno destinato a mio figlio Diego. Non è mai andato poi a lavorare, credo che quel posto di lavoro se l’è venduto».

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