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sabato, Giugno 28, 2025
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Rapporti intimi in carcere, 2 ore e porta aperta

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I colloqui intimi in carcere saranno concessi nello stesso numero di quelli visivi fruiti mensilmente e avranno durata massima di due ore. Ad usufruirne potranno essere soltanto il coniuge o la persona stabilmente convivente. Questo indicano le linee guida firmate oggi dal capo del Dap Lina Di Domenico e trasmesse ai direttori degli istituti penitenziari.

La camera degli incontri

La camera degli incontri, arredata con un letto e annessi servizi igienici e senza la possibilità di chiusura dall’interno, sarà sorvegliata soltanto all’esterno da personale di Polizia penitenziaria adeguatamente equipaggiato per il controllo dei detenuti e delle persone ammesse ai colloqui intimi nonché per l’ispezione del locale prima e dopo l’incontro.

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Le linee guida

Le linee guida, informa il Dap, fissano “una disciplina volta a stabilire termini e modalità di esplicazione del diritto all’affettività, individuare i destinatari, interni ed esterni, per la concessione di colloqui intimi, fissare il loro numero, la loro durata, la loro frequenza, con la conseguente determinazione delle misure organizzative interne“. L’obiettivo è “garantire alle persone detenute l’esercizio del diritto all’affettività in carcere, come previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale 10/2024”.

Esclusi i detenuti al 41-bis e al 14-bis

Da una ricognizione effettuata dal Dipartimento su dati aggiornati a fine dicembre 2024, la platea di potenziali beneficiari è di quasi 17mila detenuti. Sono esclusi quelli sottoposti a regimi detentivi speciali previsti dagli articoli 41-bis e 14-bis dell’Ordinamento penitenziario (per ragioni di sicurezza o esigenze di mantenimento dell’ordine e della disciplina), quelli che hanno usufruito almeno di un permesso nell’anno di riferimento e quelli che hanno commesso almeno una infrazione disciplinare (che non potranno usufruirne prima di un periodo non inferiore a sei mesi). In ogni caso non possono accedere al beneficio i detenuti sorpresi con sostanze stupefacenti, telefoni cellulari od oggetti atti a offendere.

La biancheria portato al colloquio

Saranno i provveditori a individuare le strutture penitenziarie dotate di locali idonei e adottare le misure organizzative necessarie per garantire l’esercizio di tale diritto anche in altri istituti della regione diversi da quelli dove si trova il detenuto. La biancheria necessaria (asciugamani, lenzuola o altro), prevede la circolare, “sarà portata al colloquio direttamente dalle persone autorizzate al colloquio intimo e sottoposta a controllo”.

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