Assolto perché il fatto non sussiste. Questa la sentenza emessa dal tribunale di Napoli nei confronti di Paolo Esposito detto o’ Porsche, ras della Vanella Grassi. L’uomo, difeso dall’avvocato Salvatore D’Antonio, era finito sotto processo dopo il ritrovamento all’interno della sua cella nel carcere di Poggioreale di un telefonino cellulare, di una scheda sim nonchè degli auricolari. Il pm aveva chiesto un anno di reclusione da scontare, ma il giudice, accogliendo il pieno le argomentazioni difensive dell’avvocato Salvatore D’Antonio, ha assolto Esposito dimostrando il fatto che quando ci fu la scoperta non era ancora entrata in vigore la nuova normativa che prevede una disposizione specifica in materia di oggetti ritrovati nelle disponibilità dei detenuti.
Esposito è in cella con le accuse di estorsione e tentata estorsione, aggravate dal metodo mafioso.
Le indagini sono partite dalla denuncia, sporta dai titolari di un’attività commerciale della zona di Scampia, ai quali gli indagati, nel periodo natalizio, hanno richiesto il pagamento di diecimila euro e diversi telefoni Apple Iphone.
È stata quindi effettuata una minuziosa analisi dei filmati registrati dai sistemi di video sorveglianza che ha permesso di ricostruire le diverse fasi in cui si è consumata l’estorsione e l’identificazione dei soggetti, che in diverse circostanze hanno preteso il pagamento di consistenti somme di denaro.
Paolo Esposito, alias “Paoluccio o’ Porsche”, è ritenuto dagli inquirenti l’elemento di spicco del clan della Vanella Gassi” e figlio di Vincenzo alias “o’ Porsche”.