La Corte d’Appello bis ha assolto Luigi Puca, figlio del boss di Sant’Antimo Pasqualino o’ Minorenne: il 30enne, abilmente difeso dagli avvocati Roberto Iacono e Giovanna Sarnataro, era stato condannato in primo grado a 5 anni e 8 mesi, confermati successivamente anche in Appello. I legali del figlio del boss erano però riusciti ad ottenere dalla Cassazione l’annullamento della sentenza con rinvio.
Nei giorni scorsi la Corte di Appello ha assolto Luigi Puca (che resta in carcere per altra causa) per non avero commesso; stabilendo, infine, una condanna soft per Giuseppe D’Aponte (un anno).
Dopo 5 anni si chiude, dunque, questa storia giudiziaria basata su fatti accaduti nel 2019. Per la Procura vi sarebbe stata una fitta trama di prestiti, minacce e richiami all’organizzazione camorristica dei Puca con vittima un imprenditore edile residente nel Casertano ma molto noto in quel di Sant’Antimo.
Nel marzo 2019 D’Aponte aveva proposto all’imprenditore l’acquisto di attrezzature per carpenteria pesante dalla ditta di suo fratello per 20.000 euro, iniziando a movimentare somme di denaro sul conto di quest’ultimo. L’imprenditore, trovandosi in difficoltà economiche, ricevette da D’Aponte il via libera a prelevare 11.000 euro da tali somme, con l’impegno di restituirli. Ma, appena qualche mese dopo si vide chiedere indietro la somma, ricanrata di 38.000 euro .
D’Aponte, si legge nell’ordinanza, avrebbe affermato che quei soldi sarebbero appartenuti alla famiglia Puca, facendo riferimento diretto a Luigi Puca.
Nel corso dei mesi, le pressioni divennero sempre più esplicite, con Puca che, secondo quanto raccolto dagli inquirenti, nel corso di un incontro con l’imprenditore e D’Aponte, avrebbe detto: “Se questo non posa i soldi o lo investiamo con l’auto, o a lui o a un suo familiare, oppure gli spariamo nelle gambe”.
Le dichiarazioni della vittima, furono ritenute credibili, coerenti e dettagliate, e supportate da riscontri diretti da parte dei Carabinieri, che ascoltarono in tempo reale alcune delle minacce telefoniche e quelle pronunciate di persona da D’Aponte durante l’incontro nel deposito.
Il Gip Saverio Vertuccio, sulla scorta di quanto raccolto dagli inquirenti, ordinò l’arresto di Luigi Puca e D’Aponte poi condannati in primo e in secondo grado a 5 anni e 8 mesi, pena poi congelata dalla Cassazione che dispose l’Appello bis, che ha visto invece il figlio di Pasqualino o’ minorenne assolto.

