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HomeCronacaSequestro Maddaluno, i rapitori avevano paura: "La situazione sta diventando pesante"

Sequestro Maddaluno, i rapitori avevano paura: “La situazione sta diventando pesante”

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Sarebbero stati Renato Franco e Giovanni Franco i protagonisti, insieme a Antonio Pacheco Amaral de Oliveira, del sequestro del 15enne Mattia Maddaluno, avvenuto lo scorso aprile a San Giorgio a Cremano. Ne è certa la Dda di Napoli che ha ottenuto per i Franco due ordinanze di custodia cautelare con l’accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione.

Il minore, al fine di ottenere dai suoi familiari un milione di euro per il riscatto, fu portato nella casa di Pacheco in via Santa Maria la Fossa. E’ qui che il minore viene legato alla sedia con corde e nastro adesivo e controllato dallo stesso Pacheco a cui Renato Franco consegna un telefonino “dedicato”, dal quale dovevano partire solo SMS. «Gli altri telefoni dovevano rimanere spenti e in modalità aereo», ha precisato Pacheco che sin dai giorni successivi al suo arresto aveva iniziato a collaborare con la giustizia.

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Renato mi diceva che Maddaluno stava preparando i soldi, un milione e mezzo… forse anche un milione bastava”. Si legge nell’ordinanza firmata dal gip Fabrizia Fiore.

Il momento dalla paura

Lo stesso Pacheco, in un passaggio, racconta il crescendo di tensione: “Dissi che la situazione stava diventando pesante e che bisognava rilasciarlo”. Ma la risposta di Renato sarebbe stata netta: “Bisogna aspettare i soldi”.

Una lunga e snervante attesa anche perchè il papà del minore sarebbe stato “bloccato dai cattivi” e quei ‘cattivi’ erano gli agenti della polizia di Stato che impedirono, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la consegna del denaro.

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