Il figlio del boss siciliano avrebbe organizzato due spedizioni punitive per zittire un altro detenuto del carcere di Padova che lo sorprendeva in atteggiamenti intimi con la professoressa di matematica. Il 26enne messinese Paolo Gatto è indagato insieme alla stessa professoressa, una 39enne di Padova, e ad altre 6 persone.
Le accuse contestate sono di concorso in danneggiamenti e lesioni aggravate per tutti, tranne che per la prof chiamata a rispondere di aver concorso nell’accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione. Il pm Benedetto Roberti ha chiuso l’indagine, atto preliminare alla richiesta di rinvio a giudizio.
LA SCOPERTA
La relazione fra la docente e Gatto sarebbe nata in carcere tra una spiegazione di matematica e un’interrogazione. Un giorno un detenuto apre la porta del bagno dell’aula e scopre i due in atteggiamenti molto intimi e così fa una segnalazione alla Direzione del penitenziario. La vendetta è immediata: l’11 maggio lo picchiano anche con armi improprie.
Dieci giorni sorprendono il detenuto nella palestra e con spranghe e attrezzi vari gli provocandogli lesioni tra cui la frattura femorale. Dalle telecamere interne a circuito chiuso gli agenti vedono la scena e intervengono quando ormai è tardi. Il 25 maggio – scrive ancora il Mattino di Padova – scatta il trasferimento per i detenuti coinvolti nella vicenda ed è trasmessa una segnalazione in procura che dà il via all’inchiesta.
Gatto finisce a Verona, gli altri a Vicenza, Venezia, Trento e Belluno. La relazione fra il giovane messinese e l’insegnante, però, continua: il 21 e il 28 agosto scorso la professoressa va in visita al recluso, al quale aveva già effettuato delle ricariche telefoniche.